Santa Restituta

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Il 16 maggio la Chiesa ricorda la martire Santa Restituta d’Africa, vissuta nel III secolo e morta a Cartagine il 16 maggio 304 d.C. La santa è la patrona della Diocesi d’Ischia. Di origine nord africana, fu vittima della persecuzione anticristiana ordinata dall’imperatore Diocleziano, che fece condannare a morte tutti coloro che si rifiutavano di rinnegare la loro fede. Il suo culto si diffuse a partire dall’Alto Medioevo nei luoghi in cui trovarono rifugio gli esuli cartaginesi, come Lacco Ameno (Ischia), Napoli, Cagliari, Palermo, Calenzana (Corsica), Montalcino e Oricola.

Secondo la tradizione, la vergine Restituta, processata dal Proconsole Proclino per non aver rinnegato la sua fede in Dio, fu torturata e condannata a morte, condotta su una barca per essere arsa dalle fiamme. L’intervento divino, però, punì i persecutori, incendiando la loro imbarcazione, mentre il corpo esanime di Restituta, guidato da un angelo raggiunse la spiaggia del villaggio di Eraclium nella località denominata “Le Ripe”, odierna San Montano.

Il piccolo villaggio era abitato da pescatori, agricoltori, vasai, commercianti e naviganti, e una parte della popolazione professava il Cristianesimo. In particolare, vi era una pia donna di nome Lucina, tutta dedita a opere di bene a cui il Signore inviò in sogno un angelo che le annunciava l’arrivo delle spoglie della martire. Radunata la popolazione, fu data solenne sepoltura al corpo in un luogo che si trova alle falde dell’attuale Monte Vico in Lacco Ameno, dove sorge il santuario dedicato alla santa, edificato sui resti di una basilica paleocristiana. La leggenda vuole che quando la barca giunse sulla spiaggia, per miracolo, questa si riempì di gigli bianchi.

Daniela Catalano

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