San José Maria Robles Hurtado

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I primi anni del XX secolo furono molto difficili per la Chiesa messicana. Nel 1917, infatti, il presidente approvò una nuova Costituzione ispirata a principi anticlericali. Il clima peggiorò fino a quando il 31 luglio 1926, per la prima volta dopo 400 anni, fu sospeso il culto pubblico in tutte le chiese del Paese e il clero cattolico iniziò a essere perseguitato. Tra i preti martiri c’è José María Robles Hurtado, beatificato nel 1992 e proclamato santo nel 2000, che la Chiesa venera il 26 giugno.

Nacque il 3 maggio 1888 a Mascota, nella Sierra Madre, in una famiglia profondamente cristiana. Compì i suoi studi primari in parte nelle scuole statali e in parte in quella parrocchiale. Nel 1900 entrò nel Seminario Minore della diocesi di Guadalajara. Quattro anni dopo, però, fu sul punto di lasciare perché era afflitto da diversi malanni.

In seguito a un corso di esercizi spirituali, decise di continuare la formazione. Fu ordinato sacerdote nel 1913, all’età di 25 anni. Alcuni anni dopo fondò la congregazione delle suore Vittime del Cuore Eucaristico di Gesù (dette suore del Cuore di Gesù Sacramentato). Scrisse numerosi testi per la diffusione della fede cattolica.

Divenne parroco a Tecolotlán, dove promosse una maggiore devozione al S. Cuore di Gesù per la quale fu soprannominato “il pazzo del Sacro Cuore”.

Curò i malati nella sua parrocchia e trascorreva molto tempo a confessare. Si adoperò anche per promuovere la devozione alla Madonna di Guadalupe.

Nel 1917 il santo propose di costruire un’enorme croce da disporre nel centro geografico del Messico per simboleggiare che il Paese aveva riconosciuto Cristo come suo re e organizzò una cerimonia pubblica per la posa della prima pietra, violando la costituzione messicana.

Dopo questo gesto di sfida, il governo cercò di fare in modo che non prendesse più simili iniziative e fu invitato a lasciare il Messico, ma lui rimase continuando ad assistere le famiglie dei cattolici perseguitati e uccisi. Fu arrestato nel giugno 1927 per aver celebrato Messa nella casa di una famiglia, che lo stava nascondendo.

All’alba del 26 giugno fu portato vicino a un albero per essere impiccato. Prese il cappio da solo dicendo ai suoi aguzzini: “Non vi farò sporcare le mani” e pregando per loro se lo mise al collo. Il giorno seguente il corpo fu portato nella sua parrocchia, dove fu sepolto. Oggi i resti mortali del santo sono venerati nella cappella della casa generalizia delle suore a Guadalajara.

Daniela Catalano

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