San Giuda Taddeo

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di DANIELA CATALANO

Il 28 ottobre ricorre la festa liturgica di san Simone e san Giuda Taddeo, nel giorno in cui, probabilmente, avvenne il loro martirio, intorno al 70 d.C. La tradizione vuole che san Giuda Taddeo fosse il cugino di Gesù, essendo figlio di Maria di Cleofa, una delle tre donne che accompagnarono Gesù ai piedi della croce e cugina della Vergine Maria. Nacque a Cana di Galilea e fu uno dei 12 apostoli, così come Giacomo, uno dei sui fratelli. La sorella, Maria Salome, fu la madre di san Giacomo Maggiore e san Giovanni Evangelista. Non va confuso con Giuda Iscariota, che tradì Gesù per trenta denari. Nella Scrittura Giuda Taddeo è di solito chiamato solo Taddeo o Lebbeo. Taddeo deriva dall’aramaico “taddajja”, petto, mentre Lebbeo viene dalla parola “libba”, cuore. Il suo nome significa “uomo dal grande cuore”. Nel Nuovo Testamento è inclusa una lettera di Giuda attribuita a lui, datata tra il 70 e il 120 d.C. e composta da 25 versetti, che è inserita nel canone della Bibbia. Dopo la morte di Gesù, Giuda si dedicò a predicare la Parola soprattutto in Persia. Questo gli inimicò i sacerdoti pagani, che fecero arrestare lui e l’apostolo Simone e li fecero portare al tempio del sole, dove i due rifiutarono di abiurare la loro fede. Nel frattempo apparvero due demoni e distrussero il tempio. Furiosi i sacerdoti aizzarono il popolo contro i due uomini uccisi a sassate e colpi di lancia. I resti di Giuda Taddeo sono custoditi nella basilica di San Pietro, a Roma. Altre reliquie furono portate a Lanciano. Il santo fu anche il primo patriarca della Chiesa armena, perché, con san Bartolomeo, portò il Cristianesimo in Armenia, dove divenne religione di stato nel 301 d.C., prima che in qualsiasi altro Paese. È invocato come il santo dei disperati e degli afflitti e delle cause perse.

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