Roba de barbon? Ci piace!

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di MARIA PIA E GIANNI MUSSINI

A proposito di barboni, visto che ne abbiamo parlato la volta scorsa, non si può non ricordare il barbone forse più popolare nell’immaginario italiano, quello immortalato da Enzo Jannacci nella famosa El purtava i scarp del tennis. In questo personaggio, come già Joseph Roth nel suo santo bevitore, Jannacci coglie i tratti di una umanità affascinante e insopprimibile. Il balordo con le scarpe da tennis che se ne va verso l’Idroscalo parlando da solo rincorreva, ecco la scintilla divina, “un bel sogno d’amore”.

Un giorno il sogno sembra materializzarsi nell’apparizione di una bella ragazza “bianca e rossa, che pareva il tricolore”, alla quale – disadattato com’è – non riesce però a rivolgere la parola. C’è quindi un inserto parlato, con un automobilista che gli chiede la strada del vicino aeroporto. Il barbone non è mai stato all’aeroporto, conosce solo la strada dell’Idroscalo. Implora un passaggio perché non è mai stato su una macchina, e racconta che anche lui ha avuto il suo grande amore (“roba minima, s’intend, roba da barbon”), prima di scendere perché è giunto alla meta. L’indomani lo trovano senza vita sotto un mucchio di cartoni. Lo guardano (lo guardiamo?) “che ’l pareva nisùn”, che non sembrava nessuno. Lo toccano, sembra dormire; ma ecco ancora la voce del saggio ipocrita (la nostra voce?): “Lasa sta che lè roba de barbon”. Lascia stare, che è roba di barboni.

Roba qui vale qualcosa senza valore e senz’anima, come Renzo e Lucia per don Rodrigo, che li considera “gente perduta, gente di nessuno” (tanto che “non hanno neanche un padrone”). Ma per il cristiano Jannacci in quella roba c’è un pezzettino d’infinito amato da un Padre.

Dunque non ci ha sorpreso quella volta che (era il 2009), mentre infuriava la polemica sulle sorti di Eluana Englaro, proprio Jannacci fu tra i pochi a spendere una parola perché non venisse tolta l’alimentazione a quella povera ragazza che viveva in stato vegetativo e pareva anche lei una roba. Da medico sapeva che non si doveva per nessun motivo accelerarne la morte (come poi avvenuto) perché, come disse citando il Talmud, chi salva una vita salva il mondo intero. Invocò addirittura dalle pagine del Corriere della Sera “una carezza del Nazareno” per Eluana.

Jannacci a Maria Pia è sempre piaciuto molto, sin da ragazzina: trovava in lui quel tocco di geniale irregolarità di cui ha sempre avuto bisogno. Gianni chiosa che, fortunatamente per lui, “a Maria Pia piacciono i cretini”.

Ma, stando all’etimo, pare che cretino venga dal francese chrétien: il cristiano come irriducibile al mondo e magari anche un po’ folle. Come vedete, tra il barbone che purtava i scarp del tennis, Jannacci e il marito di Maria Pia c’è un filo rosso, ove tutto si tiene!

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