Prima la cura… delle relazioni

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Giornata mondiale del Malato. Domenica 11 febbraio: quest’anno rifletteremo sul tema della solitudine degli anziani. Per l’occasione siamo stati alla Rsa “Pia Famiglia” di Rivanazzano Terme amministrata dalla congregazione delle Sorelle del Santo Rosario Apostole del lavoro

di Daniela Catalano

D omenica 11 febbraio ricorre la XXXII Giornata mondiale del Malato, istituita da Papa Giovanni Paolo II nel 1992, nella memoria della Beata Vergine Maria di Lourdes, con l’intento di ricordare gli ammalati e coloro che li assistono. “Non è bene che l’uomo sia solo. Curare il malato curando le relazioni” è il tema del Messaggio di quest’anno di Papa Francesco che, partendo da un passo della Genesi, ricorda come Dio abbia creato l’uomo per stare in comunione, motivo per cui abbandono e solitudine spaventano e sono dolorosi. Soprattutto “nel tempo della fragilità, dell’incertezza e dell’insicurezza, spesso causate dal sopraggiungere di una qualsiasi malattia seria”. Questo appuntamento è un momento importante di sensibilizzazione, nel quale riscoprire la propensione al sostegno del prossimo e ringraziare quanti sono impegnati in prima linea per i malati: personale ospedaliero, volontari, caregiver e familiari, che mettono a disposizione la loro vita per chi si trova in condizione di necessità. Nella nostra Diocesi la Giornata sarà celebrata sabato 10 febbraio alle ore 17 nel santuario della Madonna della Guardia di Tortona, dove il vescovo celebrerà la Santa Messa alla quale sono invitati a partecipare i malati, il personale medico e sanitario e tutti i volontari. Sarà impartita anche l’unzione degli infermi e al termine saranno benedetti i mezzi di trasporto di pubblica utilità. Il pensiero del Pontefice quest’anno è rivolto a quanti sono stati “terribilmente soli” durante la pandemia da Covid-19, ma anche a quanti sono colpiti dalla “malattia sociale più terribile” che è la guerra perché a causa delle sue tragiche conseguenze le persone più fragili pagano il prezzo più alto, “senza sostegno e senza assistenza”. Il Santo Padre nel suo Messaggio si concentra, poi, sul tempo dell’anzianità e della malattia che nei Paesi più ricchi e in pace “è spesso vissuto nella solitudine e, talvolta, addirittura nell’abbandono”. Una realtà triste, figlia della cultura dell’individualismo, “che esalta il rendimento a tutti i costi e coltiva il mito dell’efficienza, diventando indifferente e perfino spietata quando le persone non hanno più le forze necessarie per stare al passo”. È la “cultura dello scarto”, scrive il Papa, che “pervade purtroppo anche certe scelte politiche, che non riescono a mettere al centro la dignità della persona umana e dei suoi bisogni, e non sempre favoriscono strategie e risorse necessarie per garantire a ogni essere umano il diritto fondamentale alla salute e l’accesso alle cure”. Il tema della cura degli anziani è molto sentito anche nella nostra Diocesi dove sono tante le strutture sanitarie che si occupano di loro, come la Casa “Sacro Cuore”, in via Seminario a Tortona, per i sacerdoti anziani. In particolare, per quest’occasione, abbiamo voluto conoscere meglio la Residenza Sanitaria Assistenziale “Pia Famiglia” di Rivanazzano Terme, amministrata dalla congregazione delle Sorelle del Santo Rosario Apostole del lavoro, alla quale Mons. Marini ha recentemente fatto visita. L’istituto è stato fondato nel 1948 per dare una risposta concreta al crescente bisogno di accogliere persone anziane, sia autosufficienti sia parzialmente o non autosufficienti. La filosofia alla base dell’operato della “Pia Famiglia” è quella della centralità dell’ospite e della sua presa in carico a 360 gradi. Il personale garantisce non solo le cure mediche e infermieristiche, ma pone attenzione alla stretta relazione esistente tra mente e corpo, per assicurare una buona qualità di vita in un clima familiare. All’interno della struttura sono organizzate attività ricreative e di socializzazione, non mancano momenti quotidiani dedicati alla spiritualità e allo svago, con uscite sul territorio che facilitano e migliorano le relazioni degli anziani. Il dottor Marcello Nappi, medico responsabile della Rsa “Pia Famiglia”, ha sottolineato come nella sua personale esperienza ha notato un cambiamento di tipologia di utente nell’arco di una generazione. «Oggi – ha detto – troviamo ospiti mediamente più anziani, con più patologie, e più fragili che necessitano di un supporto non solo assistenziale, farmacologico e infermieristico, ma anche e soprattutto emotivo in un momento così particolare della loro vita».

Le strutture sanitarie in Diocesi

Le strutture sanitarie presenti nel territorio diocesano sono:- 5 ospedali civili (Novi Ligure e Tortona che afferiscono all’ASL AL in Piemonte; Voghera, Varzi, Broni-Stradella che afferiscono all’ASST PV in Lombardia);- 2 Centri di Riabilitazione di alto livello: Istituto Maugeri IRCCS a Montescano e Casa di Cura Villa Esperia a Godiasco-Salice Terme;- 2 Hospice per cure palliative e malati terminali: Rsa S. Francesco a Pinerolo Po; Fondazione Conte Cella a Broni;- molte RSA che negli anni da parrocchiali, religiose o fondate da parroci si sono trasformate in imprese sanitarie di diritto privato.

Alcune Congregazioni Religiose, maschili e femminili, in diverse aree della Diocesi (Piemonte, Lombardia, Liguria), gestiscono Case di Riposo per anziani – non tutte Rsa – che hanno sempre numerose richieste perché i costi delle degenze sono contenuti, il trattamento buono e le cure sono professionali; altre sono state cedute ad aziende sanitarie private, in quanto la mancanza di personale religioso e la carenza vocazionale hanno “favorito” queste opzioni:- la Confraternita della Maddalena gestisce a Novi Ligure la Casa di Riposo “Mons. Beniamino Dacatra”;- alcune parrocchie (4) sono dotate di Case di Riposo per anziani;- la Diocesi è proprietaria e gestisce il Centro Medico di Riabilitazione “Paolo VI” per minori disabili lievi, medio-gravi, con due sedi operative (Casalnoceto unitamente alla sede amministrativa e Retorbido) e la “Casa Sacro Cuore” di Tortona per i sacerdoti anziani;- a Godiasco-Salice Terme permane da decenni la presenza del Centro di Riabilitazione “S. Maria alle Fonti” della Fondazione “Pro Juventute” del beato don Carlo Gnocchi.

A livello associativo cattolico nella Pastorale della Salute in Diocesi sono presenti l’Acos (Associazione Cattolica Operatori Sanitari), l’Oftal (Opera Federativa per il Trasporto Ammalati a Lourdes), il CVS (Centro Volontari della Sofferenza) e i SOdC (Silenziosi Operai della Croce).

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