Preghiere e solidarietà per la Turchia e la Siria

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La Presidenza Cei ha deciso di indire una colletta nazionale da tenersi in tutte le chiese italiane domenica 26 marzo quale segno concreto di partecipazione dei credenti ai bisogni delle popolazioni terremotate

di Luca Simoni

Come è noto, lo scorso 6 febbraio due violentissime scosse di terremoto hanno colpito la Turchia e la Siria. Il terremoto ha interessato un’area geografica molto estesa al confine dei due Paesi, aggravando una situazione di povertà già diffusa tra le popolazioni, a causa del conflitto che da 12 anni sta affliggendo la Siria.

Da allora sono state registrate oltre 7.000 scosse di assestamento in quelle zone, due delle quali il 20 febbraio di magnitudo 5.8 e 6.4 nella provincia turca di Hatay hanno provocato ulteriori crolli e vittime in un’area già gravemente martoriata. Secondo l’AFAD, l’autorità turca per la gestione dei disastri e delle emergenze, dalla prima scossa il numero delle vittime tra Turchia e Siria ha superato le 46.000 unità, mentre le persone evacuate solo in Turchia sono più di 400.000. Decine di migliaia i feriti, in particolare nei distretti di Kahramanmaraş, Gaziantep, Şanlıurfa, Diyarbakır, Adana, Adıyaman e Malatya e 1 milione e mezzo gli sfollati in tutte e 10 le province colpite dal sisma. I danni causati dal terremoto sono ingenti, con più di 100.000 edifici andati distrutti. Tra questi: scuole, ospedali, edifici di culto, come la cattedrale cattolica dell’Annunciazione di İskenderun, di fine ’800, sede del Vicariato di Anatolia, e gli uffici dell’adiacente Caritas diocesana. Strade e aeroporti nella prima settimana sono rimasti bloccati a causa dei detriti e dei danneggiamenti. Ad oggi, tuttavia, la circolazione è stata ripristinata, e le vie sono per lo più percorribili.

Anche in Siria i danni sono apparsi sin da subito enormi nelle città di Aleppo, Lattakia, Idlib, Hama, con circa 6.000 morti, più di 10.500 feriti e migliaia di sfollati, 172.000 solo nella zona di Lattakia. Ci sono più di 1.200 scuole danneggiate. Le numerose scosse seguite a quella principale rendono rischiosi i soccorsi. Chiaramente la situazione è aggravata ulteriormente dalla condizione in cui versa il Paese: 12 anni di guerra che hanno devastato l’economia, le istituzioni, le infrastrutture e la comunità, a cui si aggiunge una pesantissima crisi finanziaria. Più dell’80% della popolazione siriana vive in condizioni di povertà e nel Paese vi erano già più di 6 milioni di sfollati interni, causati dalla guerra, molti dei quali stanziati proprio nell’area colpita dal terremoto.

Caritas Italiana ha attivato un primo intervento distribuendo 3.000 pasti caldi a sfollati costretti a passare la notte all’addiaccio per strada, in tende e rifugi improvvisati. Inoltre pacchi alimentari, acqua e articoli per l’inverno sono distribuiti attraverso il Centro di ascolto e le autorità locali a oltre 600 famiglie ogni giorno. Le attività, anche per limiti logistici, si sono concentrate nella provincia di Hatay, in particolare a Iskenderun (Alessandretta) e Antakya (Antiochia). Negli spazi diocesani è stato allestito un magazzino con vestiti, scarpe, generi alimentari e igienici accanto agli uffici. La Caritas inoltre sta progettando di realizzare attività educative, ricreative e non formali, nei campi di Iskenderun in collaborazione con i Salesiani. A Mersin, la Caritas ha stipulato un accordo con una società privata per l’utilizzo gratuito del loro magazzino per due mesi per stoccare gli aiuti e utilizzare il luogo come base logistica per la provincia di Hatay. Nel distretto di Antiochia, una delle zone più colpite in assoluto, e dove anche la Protezione civile italiana ha istituito l’ospedale da campo, Caritas Anatolia ha aiutato a dislocare una cucina mobile gestita dall’ONG tedesca “Space Eye”. I volontari di entrambe le organizzazioni stanno distribuendo 2.200 pasti caldi al giorno.

Per quanto riguarda l’accoglienza, numerosi sfollati sono stati ospitati sia a Iskenderun negli edifici dell’episcopio sia nella parrocchia di Mersin, a due ore e mezza di auto da Iskenderun, in una zona più sicura. Nella parrocchia è presente un gruppo di psicologi polacchi con interpreti che stanno svolgendo attività psicosociali, e che si trasferiranno anche a Iskenderun coordinandosi con la Caritas Anatolia.

Sono stati attivati tutti i Centri della Chiesa ad Ankara e Istanbul per l’accoglienza. Anche le Caritas diocesane di Istanbul e Smirne si sono attivate non solo inviando aiuti localmente ma organizzando un’accoglienza capillare, nelle strutture a disposizione.

La solidarietà interna è stata forte e diversi camion di aiuti da Smirne e un gruppo di volontari della Chiesa Caldea sono partiti da Tokat per raggiungere a più di 6 ore e mezza di distanza Iskenderun.

Caritas Italiana è impegnata in Turchia e Siria da molti anni in collaborazione con le rispettive Caritas nazionali.

A fronte di questa tragedia, la Presidenza Cei ha deciso di indire una colletta nazionale da tenersi in tutte le chiese italiane domenica 26 marzo (V Domenica di Quaresima) quale segno concreto di solidarietà e partecipazione di tutti i credenti ai bisogni materiali spirituali delle popolazioni terremotate. È per tutti noi anche una preziosa occasione di sensibilizzazione e animazione delle nostre comunità parrocchiali.

Le offerte raccolte saranno inviate a Caritas italiana entro il 30 aprile 2023. E renderanno possibile una progettazione unitaria degli interventi commisurate alle effettive risorse disponibili e favoriranno un coordinamento anche con la rete delle Caritas internazionali che stanno ugualmente intervenendo a favore delle Caritas dei due Paesi.

L’obiettivo è di garantire un sostegno a tutte le iniziative delle Caritas e delle chiese locali di breve, medio e lungo periodo che verranno posti in essere a beneficio delle popolazioni colpite dal sisma. Caritas italiana è in costante contatto con le Conferenze episcopali della Turchia e della Siria per favorire un coordinamento ecclesiale degli aiuti.

Caritas Siria è attiva con alcune centinaia di operatori e volontari siriani ad Aleppo, Lattakia e Hama, all’interno dei vari Centri che accolgono gli sfollati di scuole, chiese e moschee e palestre o campi sorti spontaneamente. Un gruppo di volontari di Caritas Libano è arrivato nel Paese per affiancare Caritas Siria nell’aiuto delle popolazioni colpite. Si tratta di giovani volontari formati grazie a un progetto sostenuto da Caritas italiana. In Turchia Caritas italiana è presente con propri operatori che fanno base a Istanbul e da anni è vicina alla Caritas locale che sostiene e accompagna in uno spirito di fraternità.

Le offerte convergeranno nelle aree terremotate tramite la rete delle diverse Caritas nazionali, con cui Caritas Italia – a cui fa riferimento anche l’organismo tortonese – collabora già da tempo.

Le offerte ricevute dalla Caritas Diocesana destinate all’emergenza dovranno avere come causale “Terremoto Turchia Siria 2023” e verranno interamente girate alla Caritas Italiana per gli interventi in sostegno delle popolazioni.

Si può effettuare un’offerta tramite bonifico bancario (causale “Terremoto Turchia Siria 2023”) a Banco BPER SpA – Iban: IT23O0538748670000042221532 intestato alla Caritas Diocesana di Tortona.

È anche possibile sostenere direttamente gli interventi di Caritas Italiana per questa emergenza, utilizzando il conto corrente postale n. 347013 o bonifico bancario specificando nella causale “Terremoto Turchia-Siria 2023” tramite:

• Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma – Iban: IT24 C050 1803 2000 0001 3331 111

• Banca Intesa Sanpaolo, Fil. Accentrata Ter S, Roma – Iban: IT66 W030 6909 6061 0000 0012 474

• Banco Posta, viale Europa 175, Roma – Iban: IT91 P076 0103 2000 0000 0347 013

• UniCredit, via Taranto 49, Roma – Iban: IT 88 U020 0805 2060 0001 1063 119

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