Potere del telecomando

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Di Arianna Ferrari e Andrea Rovati

LEI

Alla sera arriviamo a casa stanchi e dopo cena non abbiamo voglia di fare cose di alto profilo intellettuale. Per tale motivo il rifugio è mettersi comodi sul divano e accendere un po’ di TV, soprattutto nella stagione fredda. In estate siamo in Oltrepò dove abbiamo un televisore vetusto, penso il primo modello del post tubo catodico, che fornisce performance eufemisticamente ridotte; a volte ci rassegniamo perché i canali sono pochi e si vedono pure male. Nell’altra casa invece il dispositivo è un po’ più moderno. Ma in entrambe le dimore la TV è una sola, rigorosamente in salotto e non in cucina o in camera da letto. Si impone, quindi, di trovare un accordo su cosa vedere: come nelle migliori famiglie, io e mio marito non abbiamo gli stessi gusti perciò ogni sera inizia l’ardua battaglia. Lo zapping frenetico mi innervosisce, il calcio mi annoia e Andrea sembra non sopportare un solo secondo di pubblicità per cui di solito va così: vengo coperta ben bene con un trapuntino, due grattatine affettuose sulla testa e nel giro di poco sono rapita da Morfeo. Andrea dice che è perché mi alzo presto ma io ritengo che sia un subdolo stratagemma. Certo che se mi vengono propinate cose noiosissime o prive di interesse per me la palpebra cala di default. È furbo il consorte poiché adottare questa tecnica gli evita la battaglia e gli consente soprattutto di monopolizzare il telecomando per vedere ciò che piace a lui. Che fare? Devo trovare una strategia di contrattacco almeno per non sentirmi in colpa a fare la parte della… Bella Addormentata.

arifer.77@libero.it

LUI

È sera e grazie al cielo la giornata è quasi finita. Tra sbiaditi ricordi del sonetto di Ugo Foscolo e più vividi sebbene meno nobili istinti alla Homer Simpson ci buttiamo sul divano e facciamo un giro di canali TV (niente apparecchi in cucina né in camera da letto a casa nostra), almeno se non siamo troppo cotti. Oltre che ovviamente dell’amore, il matrimonio è il regno del compromesso e pure il telecomando non sfugge a questa dura legge: cosa vediamo? Niente calcio per carità, Arianna non ne vuole sapere. Io invece non sopporto le serie americane poliziesche pseudopsicologiche di cui lei è ghiotta. Allora Tg e approfondimenti vari? Be’, siamo stanchi dai, non c’è qualcosa di più leggero come una serie? Sì ma quale? Alla lunga il peso della giornata si fa sentire e si finisce per addormentarsi sul divano… per la verità Arianna più facilmente di me, e anche di più se adeguatamente coccolata in primis per amore (e in secundis per questo inconfessabile scopo): a quel punto non ho più ostacoli (la cosa potrà anche far ridere ma con questo stratagemma mi sono visto tutto Resident Alien, che mia moglie non avrebbe guardato nemmeno sotto tortura). Resta però un’ultima cosa: Arianna dorme beata e mi devo fare strada tra più strati di coperte, vestaglie e pigiami in cui è imbozzolata, attendo paziente che la smetta di fare i capricci, la persuado a uscire dal divano con la lusinga di uno spuntino e alla fine riesco non senza fatica a portarla a letto. Ce l’ho fatta! Al resto penseremo domani.

andrea.rovati.broni@gmail.com

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