Pontecurone ricorda le suore di don Orione

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90 anni fa iniziarono il loro apostolato in paese aprendo l’ospizio. Oggi sono state commemorate alla presenza del parroco don Loris Giacomelli, del sindaco Valentino D’Amico, della superiora provinciale suor M. Gemma Moncer

di Suor M. Alicja Kedziora

Il 4 novembre 1932 san Luigi Orione annunciò ufficialmente che a Pontecurone nella “casa Marinetti”, ricevuta in dono come opera di beneficenza, sarebbe stato allestito un ospizio, della cui gestione si sarebbero occupate le suore. Queste furono le sue precise parole: «In questi giorni di comune esultanza nazionale, mi è di sentita soddisfazione poter aprire una Casa per i poveri del mio paese, tra i quali mi conceda Iddio di chiudere la mia vita, servendo a Cristo e alla Patria tra i più umili e bisognosi fratelli».

Inizialmente l’ospizio fu pensato per le persone anziane indigenti, sole e, spesso, invalide. Successivamente furono accolte anche bambine, adolescenti e ragazze orfane di uno o di entrambi i genitori, oppure provenienti da famiglie con gravi problemi economici e sociali.

Fin dal primo giorno della sua apertura a occuparsene furono chiamate le Piccole Suore Missionarie della Carità, in particolare suor M. Chiara Nicoletto e suor M. Reparata Ielapi.

Il servizio offerto dall’ospizio, allestito grazie alle donazioni del cav. Michele Azzi al quale fu intitolato, rappresentò un aiuto prezioso per tante anziane che non possedevano i mezzi per curarsi e che non avevano familiari ai quali affidarsi per trascorrere la vecchiaia con un minimo di serenità.

Con questa struttura, fin dal lontano 1932, si manifestò concretamente l’amore di don Orione per il suo paese natale e la sua lungimiranza nel pensare e realizzare quello che si può definire l’antenato delle moderne Case di Riposo. Inoltre, l’ospitalità e l’assistenza offerte alle piccole orfanelle, che vivevano accudite come in una famiglia e frequentavano la scuola pubblica con le altre coetanee, caratterizzarono il “ricovero” (così era definito dai pontecuronesi), come luogo di impegno e di servizio donato ai più disagiati, un vero e proprio servizio sociale, prezioso per la comunità locale e tortonese. Il 10 marzo 1974 l’edificio che lo ospitava fu venduto al Comune di Pontecurone che lo ristrutturò e vi aprì la Scuola Materna Comunale. L’Ente religioso utilizzò il denaro ricavato dalla vendita per iniziare i lavori di costruzione della nuova Casa di Riposo per Anziani, intitolata proprio al santo pontecuronese, dove le Piccole Suore Missionarie della Carità hanno prestato la loro opera fino al 2014.

La serata e la commemorazione

Nella serata di domenica 22 maggio, per ricordare i 90 anni dell’inizio dell’attività apostolica delle Suore di don Orione, l’associazione culturale “Il Paese di Don Orione APS” ha organizzato un evento che si è svolto nell’oratorio “San Francesco” alla presenza del parroco don Loris Giacomelli, del sindaco Valentino D’Amico, della superiora provinciale suor M. Gemma Monceri e delle suore delle vicine comunità.

Il racconto della storia del “Ricovero”, moderato da Maria Luisa Ricotti, vicepresidente dell’associazione, ha evidenziato l’influsso benefico dell’esempio del canonico don Michele Cattaneo, sensibile alle sofferenze dei poveri e loro benefattore. Don Orione, ispirandosi al suo esempio, desiderò sempre fare qualcosa per i poveri del suo paese.

Il Ricovero “Giuseppe Azzi” fu inaugurato il 4 novembre 1932. In quell’occasione don Orione disse: «Ha l’Italia le sue scuole, ha l’Ospedale, avrà anche il ricovero. (…) Iddio ascolta sempre la voce dei piccoli e dei vecchi. La preghiera per i benefattori, per tutti i benefattori, per la grandezza della Patria, e per la prosperità di Pontecurone».

È stato poi tracciato un breve ritratto di suor M. Chiara Nicoletto e suor M. Reparata Ielapi e delle loro attività all’interno della Casa, nella parrocchia e nel sociale (Azione cattolica, catechesi, laboratorio per le ragazze).

Raffaele Floris ha letto una significativa lettera di don Orione scritta alle “Buone vecchierelle mie compaesane” nella quale dimostra la sua paterna tenerezza: “Quante volte io penso a voi, e vorrei sapervi contente e sempre in buona salute. Ma sempre sani non si può stare, specialmente quando si ha una certa età. Bisogna avere pazienza, e prendere tutto dalla mano di Dio. E le suore hanno cura di voi? Vi trattano bene? E tra voi andate d’accordo? Vedete di sapervi compatire l’un l’altra, perché tutti abbiamo i nostri deboli, i nostri difetti. Io sono col mio spirito sempre in mezzo a voi, e prego per voi; e voi altre pregate per me e per i nostri benefattori, che Iddio li conservi e ricompensi largamente”.

La preghiera per i benefattori veniva sempre coltivata, perché questo tipo di struttura poteva andare avanti solamente grazie all’aiuto delle persone generose che in denaro o in natura fornivano quanto era necessario, come dimostrato da alcuni documenti letti da suor M. Anselma Scanu, inerenti gli aiuti forniti dal Municipio e dalla scuola, educando gli alunni alla sensibilità verso i poveri.

Subito dopo la Guerra, l’Opera di Don Orione si aprì all’accoglienza delle ragazze orfane o in difficoltà famigliari. Le suore così unirono la cura delle persone anziane e malate alla promozione umana e spirituale delle ragazze povere.

La ragazzina Aurora Valdo ha letto alcuni brani di un quaderno di un’orfanella, ospitata al Ricovero, che esprimono lo stile di vita di quel tempo. Claudia Nalin ha accompagnato l’esposizione delle relatrici e le letture con la proiezione di fotografie tratte dal suo archivio, che hanno evidenziato l’attività delle religiose e delle orfanelle, che partecipavano attivamente alle celebrazioni che si tenevano nel paese, e il clima di cura della vita sacramentale, attraverso le prime comunioni, le cresime e il coinvolgimento delle madrine. Toccante è stata la lettura della lettera di suor Chiara Nicoletti, scritta nel 1956 per rispondere alle obiezioni riguardo a una possibile trasferimento delle orfanelle altrove: “Esse non disturbano ne detraggono dall’Opera per i vecchi, ma l’aiutano e la completano: è la vita che comincia e la vita che tramonta dando quasi un disegno completo dell’Opera di carità della Congregazione, dello spirito del Venerato Fondatore che tutti abbraccia nella sua immensa carità e sconfinata fiducia nella Divina Provvidenza”.

Dal 1974 le suore avviarono l’attività della moderna “Casa di Riposo Don Orione”, in collaborazione con i Figli della Divina Provvidenza, e fu suor M. Teresa Vila, appena arrivata dall’Argentina, a guidare nei primi tempi le consorelle che vi sono rimaste fino al 2014.

La serata di memoria del bene realizzato in semplicità e silenzio si è conclusa con la parola del parroco don Loris e della Superiora provinciale Maria Gemma Monceri, la quale ha ricevuto dall’Associazione il ricordo grato di quegli anni vissuti nel paese natale del santo fondatore.

(ricerca fotografica: Claudia Nalin)

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