Per l’ex Ilva la situazione non è «più sostenibile»

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I lavoratori novesi aderiscono allo sciopero indetto martedì 20 luglio a livello nazionale

NOVI LIGURE – È attesa a breve la decisione in merito alle modalità di sciopero degli operai dello stabilimento dell’ex Ilva novese.

Uno stop programmato per martedì 20 luglio su scala nazionale, come annunciato dalle parti sociali.

«L’incontro tenutosi al Ministero dello Sviluppo Economico non ha fornito alcuna risposta nè per le questioni inerenti alle prospettive industriali, nè per la gestione ordinaria del gruppo siderurgico e del suo importantissimo e strategico sistema di appalti da parte dell’azienda. – si legge in una nota congiunta diramata dalle segreterie nazionali di Fim, Fiom e Uilm – Da parte delle organizzazioni sindacali, le Rsu e i lavoratori tutti questa condizione non è più sostenibile. Il tempo è scaduto». Sebbene l’incontro avvenuto a Roma abbia almeno aperto la strada verso un ritorno alla cassa integrazione Covid per altre 13 settimane, a detta dei sindacati rimangono ancora molti i punti da chiarire. Nell’impianto alessandrino termineranno oggi le assemblee con i dipendenti durante le quali si discuterà sia dei temi principali sul piatto che interessano il sito locale sia delle prospettive della multinazionale in tutta Italia. Una delle scelte che ha fatto maggiormente infuriare gli operai da nord a sud è stata la mancata corresponsione, a titolo di una tantum, del 3% della retribuzione lorda annua fissa a tutti i lavoratori del colosso siderurgico su scala nazionale in origine prevista per il 12 luglio.

«Il mancato ripristino di un livello adeguato delle relazioni sindacali con le organizzazioni territoriali e le Rsu di tutti i siti è inaccettabile. – si sottolinea ancora in un lungo elenco presente all’interno del comunicato – Una gestione inappropriata della cassa integrazione senza la condivisione delle modalità e dei nu- meri dei lavoratori è inaccettabile.

L’assenza della presentazione del piano ambientale è inaccettabile. Così come l’assenza di un piano di manutenzioni degli impianti per assicurare la sicurezza dei lavoratori».

Al momento, nella città dei Campionissimi risultano sotto contratto 648 dipendenti di cui 515 effettivamente attivi a rotazione quotidiana.

Ora che la produzione si aggira attorno alle 90.000 tonnellate mensili, le parti sociali vorrebbero l’ingresso di un maggior numero di persone.

Luca Lovelli

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