«Per il comparto turistico contributi a fondo perduto»

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MILANO – Lara Magoni, assessore al Turismo e marketing territoriale della Regione Lombardia, ex campionessa e nazionale di sci, ha risposto alle nostre domande sulla imminente stagione turistica condizionata dall’emergenza sanitaria.

Come si sta muovendo la Regione nei confronti del settore turistico lombardo?

«Il turismo sta vivendo un forte periodo di crisi. Albergatori, imprenditori del settore e in generale gli operatori lombardi sono al collasso. Ecco perché ho sollecitato il Ministro Franceschini a riconoscere lo stato di crisi. Stiamo parlando di un settore che genera il 13% del Pil nazionale, con un numero di addetti che supera il milione. In tal senso, come minimo il 13% delle risorse messe a disposizione dal Governo dovrebbero essere riferite al turismo, sia in parte corrente sia in investimenti. Occorre intervenire subito, con misure sulla liquidità a fondo perduto per permettere la sopravvivenza economica; in questo senso, il “bonus vacanze” per quanto suggestivo potrebbe non essere invece efficace, soprattutto se riferito a fasce Isee che per la natura della contingenza economica difficilmente potranno concedersi qualche giorno di vacanza. Ma non solo: sul piano fiscale serve un maggior rinvio dei contributi oltre il 31 maggio, in particolare per l’Imu sugli immobili strumentali. Da prevedere anche una compensazione tra perdite 2020 e utili 2019 e il rinvio dei pagamenti fiscali al 2021».

In questa situazione di emergenza sanitaria i turisti dove preferiranno trascorrere le vacanze?

«Il turismo è un driver di sviluppo per il territorio e la nazione. Il coinvolgimento dei territori e la formazione degli operatori saranno i capisaldi della ripartenza che presumibilmente in una prima fase vedrà protagonista il mercato domestico. La Lombardia deve ripartire dalle sue eccellenze, dalle città d’arte, dai suoi laghi, dall’enogastronomia. E puntare decisamente sulle montagne come luogo riabilitativo “naturale” per ritemprare il fisico e il morale dopo la malattia. In tal senso, il “turismo active” risponde perfettamente anche alla necessità di “distanziamento sociale” con cui dovremo convivere nel futuro».

Mattia Tanzi

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