Pendolari novesi esasperati dai disagi sulla linea ferroviaria

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Trenitalia e RFI hanno negato anche i rimborsi per i ritardi subiti

NOVI LIGURE – Quest’estate i pendolari novesi hanno dovuto fare i conti con disagi dovuti alle massicce modifiche alla circolazione sulla linea ferroviaria Genova-Milano, a causa dei lavori di manutenzio- ne del ponte sul fiume Po a Bressana Bottarone, tra Voghera e Pavia, iniziati lo scorso giugno. È da poco terminata la fase più critica degli interventi, che ha comportato la chiusura totale e l’interruzione della circolazione ferroviaria su entrambi i binari con servizio bus da Voghera a Milano. Dal 30 agosto, infatti, è iniziata la fase tre dei lavori, con l’interruzione di un solo binario e la riduzione della circolazione ferroviaria tra Voghera e Pavia, e l’interruzione completa della linea nelle sole ore notturne. «Fino al 29 settembre ci sarà una circolazione limitata, ma ci saranno anche dei treni diretti per Milano da Novi Ligure. – spiega Andrea Pernigotti, presidente dell’Associazione Pendolari Novesi – Per esempio, il treno 2302, quello delle 6.35. Naturalmente, ci siamo già dovuti appellare alla Regione Lombardia perché, proprio nel primo giorno di servizio, il treno 2302 è stato soppresso». «I pendolari di Novi, Serravalle, Arquata, Pozzolo, si aspettavano dopo 40 giorni il ripristino di quel treno, e invece sono rimasti delusi» aggiunge Pernigotti. Per un mese, dunque, si prospettano ancora problemi, con pochi treni per Milano diretti e alcuni pullman sostitutivi. A questi si aggiungono le promesse disattese da Trenitalia, RFI e dalle Regioni interessate. «Nonostante l’evidente peggioramento della situazione – aggiunge Pernigotti – Trenitalia e RFI, con il pieno ap- poggio di Regione Liguria, hanno negato ed escluso ogni forma di rimborso, anche parziale, in favore dei titolari di abbonamenti regionali. La motivazione ufficiale fa riferimento a ritardi “contenuti”, entro il limite dei trenta minuti, soglia considerata “tollerabile” e non meritevole di alcuna tutela. Una giustificazione inaccettabile per migliaia di utenti, costretti a ritardare l’arrivo nei luoghi di lavoro e i rientri a casa».

Federica Riccardi

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