Le pulizie di Pasqua

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di Silvia Malaspina

Se «Primavera d’intorno brilla nell’aria e per li campi esulta, sì ch’a mirarla intenerisce il core», altrettanto non si può affermare per gli effetti delle agognate giornate di sole sullo stato di lindezza degli ambienti domestici. Infatti, mentre le nebulose atmosfere invernali contribuiscono ad attutire il senso di colpa per quello strato di polvere che giace da giorni sui mobili o per i residui del manto canino che si depositano negli angoli del pavimento, con lo splendore del tempo sereno tutti i nodi vengono al pettine, cosicché non è più possibile dilazionare l’appuntamento con le approfondite pulizie di primavera. ù

È arrivato il momento del festival della “sfoderatura” dei divani, della disinfestazione della parte nascosta della cucina che, una volta aperta, svela al proprio interno un mondo inaspettato di variegati depositi (io vi ho magicamente trovato un succhiotto in lattice di mia figlia, risalente a 15 anni prima!), del lavaggio dei vetri e dei relativi tendaggi, con annessi improperi di chi in famiglia, superando abbondantemente il metro e ottanta, può con pochissimo sforzo scioglierli dai loro supporti. Le nostre case sono operose come la fucina di Vulcano, gli elettrodomestici deputati alla pulizia funzionano a pieno regime, rischiando di mandare in sovraccarico il contatore della luce, i balconi sono allietati dallo sventolio di biancheria multicolore, tanto che il vicinato sembra uscito da un film di Vittorio De Sica. ù

Tuttavia ho notato che le “regine della casa” mie coetanee hanno sviluppato una concezione più libertaria rispetto a ciò che hanno vissuto durante l’infanzia e l’adolescenza: ci occupiamo giocoforza della manutenzione decorosa del nido, senza però diventare succubi della pulizia e dell’ordine o condizionando le abitudini dei famigliari.

Ricordo che, quand’ero bambina, all’inizio della primavera si iniziava a respirare un’atmosfera di trepidante attesa per il catartico rituale e ogni attività domestica veniva ad esso finalizzata. Se avanzavo la timida proposta «posso invitare la mia amica a giocare? », la risposta era inappellabile: «Adesso no, la casa è in disordine, deve essere pulita e poi nei prossimi giorni viene “la donna”, quindi non bisogna intralciarla!» . E “la donna” suddetta arrivava con il piglio di un generale d’armata, formando con mia mamma un binomio di erinni igienizzatrici, ragion per cui era consigliabile evaporare velocemente, giocando fino a sera nel cortile condominiale; al rientro era necessario provvedere a una sanificazione della propria persona il cui rituale potrebbe rivelarsi efficace per contrastare oggi il Covid, in modo da non contaminare le stanze divenute splendide splendenti.

Al termine, riproponevo la questione: «Posso invitare la mia amica a giocare?» ed ecco l’amara sorpresa: «Adesso no, mettereste tutto in disordine: abbiamo appena fatto le pulizie di Pasqua!». silviamalaspina@libero.it

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