L’Azione Cattolica è chiamata a formare alla fede e nella fede

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Domenica si è svolta la XVIII Assemblea diocesana per il rinnovo del consiglio. Le parole del vescovo, della presidente Giulia Silla e dei delegati nazionali e regionali e la riflessione sul documento associativo “Testimoni di tutte le cose da Lui compiute”

TORTONA – Domenica scorsa nel Salone del Seminario si è svolta la XVIII Assemblea diocesana di Azione Cattolica, che ha visto la partecipazione numerosa di aderenti all’associazione, provenienti da tutta la Diocesi, chiamati a votare per il rinnovo del consiglio diocesano, al termine del mandato iniziato nel febbraio 2020.

Ad aprire i lavori assembleari è stata la presidente uscente, Giulia Silla, che ha salutato tutti i presenti e ha dato il benvenuto a Mons. Guido Marini, giunto insieme all’assistente associativo don Claudio Baldi.

Il vescovo ha iniziato il suo intervento ringraziando di cuore la presidente e il consiglio di A.C. per il lavoro svolto in questi 4 anni con impegno e dedizione e ha ribadito il suo amore per l’associazione che ha conosciuto e frequentato fin da giovane. Parlando “da cuore a cuore” ha messo in evidenza alcuni fondamenti della vita associativa. Il primo è stato suggerito da Papa Francesco in un discorso alla FIAC un anno fa e consiste nell’invito a praticare tre ascolti: all’uomo di oggi, ai segni dei tempi e allo Spirito Santo. Tutti e tre sono fondamentali per camminare nella giusta direzione ed essere “Testimoni di tutte le cose da Lui compiute”, come indicato dal tema dell’Assemblea. Ai tre ascolti Mons. Marini ha aggiunto due parole e tre aspetti che devono essere guida ai passi dell’Azione Cattolica nel prossimo triennio. La prima parola è Gesù: «L’A.C. è chiamata ad annunciare il kerigma, ad essere appassionata di Cristo che è la fonte della vera gioia. Deve trasmettere al mondo la certezza che Cristo è tutto per la nostra vita». La seconda è la Chiesa, che è amata dall’A.C. e lo deve essere sempre di più perché “è il corpo del Signore e per la quale è stato versato il sangue di Gesù”. L’Azione Cattolica deve avere una dimensione “glocale” cioè universale e locale, perché ha uno sguardo ampio e universale che deve rendere attuale nella realtà dove vive. È importante amare la propria Chiesa diocesana: «Sia vostro il suo territorio, sia vostra la sua storia, sia vostro il bene di questa realtà» ha detto il vescovo. Poi i tre grandi aspetti: formazione, comunione e missione. «È necessaria la formazione alla fede e nella fede» ha detto Mons. Marini esortando gli aderenti a impegnarsi in questo cammino. Poi la comunione che richiama il termine sinodalità e che richiede un grande impegno perché non è facile lavorare insieme ma “è un tratto distintivo dell’A.C. ed è la prima forma di missione”. “Fatichiamo ma viviamo in comunione”: l’esortazione del pastore diocesano. Infine, la missione che richiede la gioia di annunciare e di fare esperienza della bellezza di aver incontrato Gesù e averlo accolto nella propria vita. Ha concluso augurando che l’A.C. possa brillare sempre di più nella Chiesa locale.

Dopo il vescovo, ha preso la parola Michele Tridente, segretario generale di A.C. che ha portato il saluto del presidente e del consiglio nazionale e, citando Benedetto XVI, ha sottolineato l’importanza per l’associazione di vivere in equilibrio fecondo tra Chiesa locale e Chiesa nazionale. A loro volta Gianlorenzo Borracchia e don Alessandro Ghersi, membri della delegazione regionale, rispettivamente come delegato adulti e come assistente, hanno espresso gratitudine a Giulia Silla, al consiglio e alla diocesi per il proficuo cammino svolto insieme e per la collaborazione attenta e generosa.

Dopo di loro, la presidente ha tracciato un bilancio del suo mandato iniziato proprio quando si diffondeva il Covid, che ha tenuto lontani gli associati per molto tempo, invitandoli a trovare forme nuove di dialogo. In particolare, ha messo in evidenza l’intergenerazionalità e l’unitarietà associativa: elementi unici e speciali che rendono l’associazione un luogo democratico, accogliente e affascinante. Ha anche ricordato l’importanza della Casa Alpina come punto di incontro e di accoglienza e, infine, ha auspicato che l’A.C. possa essere sempre più inclusiva e aperta. Ha concluso con i ringraziamenti al consiglio, alla presidenza diocesana, agli assistenti don Claudio Baldi e don Luca Ghiacci e a tutti gli associati per il sostegno ricevuto.

I presenti, poi, suddivisi in gruppi per settori (presidenti, adulti, giovani e ACR) hanno discusso insieme il documento assembleare che “raccoglie i frutti di un percorso sinodale compiuto a livello diocesano e a livello territoriale attraverso il quale l’associazione ha provato a svolgere un esercizio di discernimento comunitario per verificare il cammino svolto negli ultimi anni e guardare con slancio e passione al prossimo triennio”. Terminato il confronto, sono stati presentati tre emendamenti al documento, accolti all’unanimità dall’assemblea ed è stato rivolto un ringraziamento e un saluto alle due nuove segretarie del MSAC, impegnate a diffondere i valori dell’A.C. nella scuola. Costituita la commissione elettorale, è arrivato il momento di votare i membri del nuovo consiglio diocesano per il triennio 2024-207, che si ritroveranno per la prima riunione venerdì 23 febbraio alle ore 20.30 in Seminario e sceglieranno i tre nomi da presentare al vescovo, che poi nominerà il prossimo presidente diocesano.

Daniela Catalano

Consiglieri eletti in ordine di preferenze ricevute

Presidenti

Elena Ferrari

Matteo Limoncini

Giuseppe Falcone

Daniela Catalano

Veronica Ferrari

Adulti

Roberta Angeleri

Paolo Santinoli

Paolo Zani

Chiara Martinelli

Maura Bisio

Giovani

Sara Limoncini

Filippo Zani

Irene Paoletti

Giulia Torti

Francesco Marigioli

Responsabili A.C.R.

Anna Santinoli

Piero Ponte

Susanna Canevaro

Stefania Bottaro

Roberta Scotto

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