«La vita di Madre Canopi è stata una primavera continua»

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A 5 anni dalla morte, sabato scorso l’inaugurazione della mostra della nipote Agnese e il ricordo commosso di Mons. Guido Marini e dell’amica Mariella Enoc

TORTONA – Sono passati 5 anni da quel 21 marzo 2019, giorno della nascita al cielo di Madre Anna Maria Canopi, fondatrice e abbadessa del monastero benedettino “Mater Ecclesiae” che sorge nell’Isola di San Giulio, in mezzo al lago d’Orta, immerso nella quiete e nel silenzio. Un silenzio che ha contraddistinto la vita della Madre, donna di grande fede e cultura, indissolubilmente legata alla Diocesi di Tortona. In primo luogo per le sue origini, perché, nata nel 1931, nel piacentino, a Pecorara, si trasferì ancora bambina a Montalto Pavese, sulle colline dell’Oltrepò e poi per la sua profonda amicizia con Mons. Aldo Del Monte, sacerdote nativo di Montù Beccaria, vanto della Chiesa tortonese, che nel 1971 divenne vescovo di Novara e poco dopo chiamò proprio Madre Canopi a fondare il nuovo monastero.

Per rendere omaggio alla abbadessa benedettina, la Diocesi e la città di Tortona hanno promosso tre interessanti eventi culturali in Biblioteca: la mostra “Ogni giorno sorgerà il sole” inaugurata sabato scorso, la conferenza storica e archeologica sul tema “Il monachesimo femminile a Tortona. Sant’Eufemia il monastero sepolto” che si è svolta ieri con gli interventi della docente universitaria Eleonora Destefanis e di don Maurizio Ceriani, vicario episcopale per la Vita consacrata e un incontro rivolto ai ragazzi, con una lettura animata dei libri di Madre Canopi, in programma oggi pomeriggio, giovedì 21 marzo.

Il 16 marzo nella Sala della Biblioteca Civica alla cerimonia di inaugurazione della mostra “Ogni giorno sorgerà il sole”, dedicata ai quadri realizzati da Agnese Canopi, stimata pittrice e nipote dell’abbadessa, sono intervenuti i sindaci di Tortona e di Montalto Pavese, Federico Chiodi e Angelo Villani, il vescovo Mons. Guido Marini e Mariella Enoc, cara amica di Madre Canopi e apprezzata manager sanitaria.

Dopo i saluti e le parole di benvenuto da parte dei due sindaci, entrambi soddisfatti della possibilità di approfondire la conoscenza della Madre, straordinaria donna di Dio e della Chiesa, amata e ricordata dalla sua gente, ha preso la parola il vescovo che, a sua volta, ha salutato e ringraziato i sindaci, la delegazione di Montalto, Agnese Canopi e la dottoressa Mariella Enoc, insieme all’istituto “Santachiara” che ha offerto un “dolce” omaggio a tutti i presenti. Ha iniziato il suo ricordo della Madre, che aveva conosciuto recandosi sull’Isola di San Giulio, considerando una vera provvidenza il suo episcopato in terra tortonese, «la terra– ha detto – che ha conosciuto la presenza di questa grande donna capace di lasciare traccia visibile e invisibile, come capita sempre nella vita dei grandi santi». Citando Filoteo Sinaita, un autore bizantino del XII secolo, il quale afferma che siamo tutti chiamati a “custodire con molta cura lo specchio dell’anima dove ama imprimersi e fotografarsi Gesù Cristo”, Mons. Marini ha sottolineato come «il volto, la storia, la vita di Madre Canopi parlino proprio di questo, di una donna che ha saputo custodire con tanta e tale attenzione la propria anima da lasciare che Gesù potesse imprimersi e fotografarsi in modo straordinario».

E ha poi illustrato tre aspetti significativi della vita monastica, attraverso cui l’abbadessa ha custodito lo specchio dell’anima.

Il primo, ispirato da una citazione di Evagrio Pontico, un padre della vita monastica, è la caratteristica dei monaci di essere separati da tutti ma al contempo uniti a tutti e Madre Canopi viveva in pienezza questa dimensione perché era «fisicamente distante ma spiritualmente unita, una cosa sola con quel mondo che aveva lasciato ma che aveva portato nel suo cuore, nella sua preghiera, nella sua passione d’amore, ogni giorno della sua vita monastica».

Il secondo aspetto individuato dal vescovo è stato quello dell’attenzione d’amore a Dio. «Madre Anna non ha rivolto un’attenzione d’amore parcellizzata – ha spiegato – ma la chi prestigiosi, tra cui quello di presidente di Confindustria Piemonte, di vicepresidente della Fondazione Cariplo e della Fondazione Cini e, infine, di presidente del CdA dell’Ospedale pediatrico “Bambino Gesù” dal 2015 al 2023. Carissima amica di Madre Canopi, la Enoc, oggi ottantenne, ha conosciuto la badessa negli anni giovanili, grazie al suo vescovo, il “nostro” Mons. Del Monte. sua vita giorno e notte, istante per istante, è stata un’attenzione d’amore rivolta costantemente a Dio» e questo emergeva anche solo guardandola.

Infine il terzo aspetto monastico: il riuscire a contemplare la bellezza in tutto, rimanendo nel silenzio, stupito, sorpreso e affascinato. «Lo stesso silenzio che sperimentava Madre Anna ogni giorno – ha aggiunto il vescovo – proprio di chi riconosce la bellezza di Dio ovunque, in tutto, perché ha assunto una capacità di profondità di sguardo, di attenzione capace di sentire Dio».

Infine, ha fatto riferimento a uno scritto in cui Madre Anna Maria annotava alcuni suoi pensieri in occasione del 21 marzo, data del pio transito di san Benedetto e poi anche del suo, ma soprattutto inizio della primavera. In questi pensieri lei «amava mettere insieme una storia di santità come quella di san Benedetto con la bellezza della primavera, sottolineando come là dove la vita è abitata da Dio, questa vita è un’eterna primavera, si rinnova continuamente di bellezza in bellezza».

«A motivo di aver custodito così la propria anima, – ha concluso Mons. Marini – la sua vita è stata una primavera continua, un rifiorire di bellezza in bellezza fino all’ultimo giorno del suo pio transito al cielo».

Al termine dell’intervento del vescovo, è stato proiettato un video con alcune scene tratte da un docu-film dedicato alla vita del monastero di Isola San Giulio, intitolato “Eterna sorgente d’amore”, accompagnate dalla voce di Madre Maria Grazia Girolimetti, attuale abbadessa dell’abbazia “Mater Ecclesiae”, che ha raccontato del rapporto con Madre Canopi, della sua straordinaria personalità e del suo carisma, ripercorrendone brevemente la vita di preghiera e di studio trascorsa nel dono totale a Cristo e nella “infaticabile opera di annuncio”.

La parola è poi passata a Mariella Enoc, originaria di Novara, che dopo la laurea in medicina, ha intrapreso una brillante carriera manageriale nella quale ha ricoperto incariFu lui a chiedere a Madre Canopi, allora monaca benedettina a Viboldone, di fondare la nuova comunità monastica sull’Isola di San Giulio nel 1973 e sempre lui le presentò Mariella Enoc, che poi le è rimasta sempre accanto, fino alla fine. Rivolgendosi al numeroso pubblico la Enoc ha saputo trasmettere il profondo affetto non solo per la badessa ma anche per il monastero che in questi 50 anni è cresciuto in modo splendido e oggi ospita più di 70 monache. «L’isola continua a fiorire – ha affermato – perché c’è qualcosa di diverso, c’è una profezia in quel luogo. Chiunque ci va trova il bello, trova la gioia dello stare lì. Madre Canopi ha piantato dei semi profondi che sono diventati il futuro».

Ripercorrendo la storia del complesso “Mater Ecclesiae”, la Enoc ha ribadito il legame indissolubile tra Madre Canopi e Mons. Aldo Del Monte. «Il monastero – ha detto – è stato generato dall’amore per quest’opera di un uomo e di una donna, da una grande comunione di amore di queste due grandi figure».

In conclusione ha esortato tutti a far conoscere con entusiasmo e ad amare sempre di più la “creatura” della sua amica monaca e del suo amico vescovo, capace di generare sempre nuova bellezza.

La mattinata si è conclusa con i saluti di Agnese Canopi che ha accompagnato i presenti a visitare la mostra con i quadri da lei realizzati ispirandosi ai luoghi e alle parole della zia abbadessa. Le opere si potranno ammirare fino a sabato 23 marzo negli orari di apertura della Biblioteca.

Daniela Catalano

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