La vita cristiana è una questione di cuore

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Il 24 gennaio Mons. Marini ha festeggiato il fondatore delle suore visitandine celebrando l’Eucaristia nel convento di clausura di Genova

GENOVA – Mercoledì 24 gennaio, noi monache della Visitazione di Santa Maria a Genova, abbiamo celebrato la festa liturgica del nostro santo fondatore, san Francesco di Sales, vescovo e dottore della Chiesa e patrono dei giornalisti, con la concelebrazione eucaristica presieduta da Mons. Guido Marini. Il vescovo che ama e conosce molto bene il “Salesio”, nella sua illuminante omelia ci ha riportato alla sua scuola, recuperando alcuni suoi insegnamenti per lasciarci accompagnare da lui alla sequela di Gesù. Ci ha ricordato che tra gli scritti di san Francesco c’è questa frase: la differenza che passa tra il vangelo e la vita dei santi è la differenza che passa tra una musica scritta e una musica cantata, cioè la vita dei santi è un vangelo vissuto, una vita nella quale si ascolta la bellezza del vangelo e che tutto ciò che gli diceva, lo diceva perché lo viveva. Quindi, ci ha consegnato come insegnamento cinque parole di san Francesco che ci permettono, allo stesso tempo, di contemplare la sua vita. La prima. “Fate in modo che il vostro Salvatore divenga il cuore del vostro cuore”: la vita della fede, la vita cristiana è una questione di cuore, cioè è una questione di amore; un innamoramento che caratterizza dall’inizio alla fine la vita della fede; solo così la nostra identità cristiana è una identità vera: quando il nostro Salvatore è il cuore del nostro cuore. La seconda. “Non chiedete mai nulla e non rifiutate mai nulla”: come dire: abbandonatevi con fiducia alla volontà di Dio perché Lui sa quello che è il bene per voi, Lui sa come realizzare attraverso le vicende della vita il bene autentico della vostra vita. San Francesco di Sales parlando di Dio dice: “Dio ha un cuore paternamente materno”, come a dire: “Ma tu ti puoi fidare!” Ecco perché non chiedere nulla, non rifiutare nulla, abbandonati con fiducia filiale a questo Dio che ha un cuore paternamente materno e che batte per te. La terza. “Attraverso la preghiera tu imparerai a far bene quello che quotidianamente sei chiamato a fare”. Qui san Francesco ci ricorda che la santità è un fatto di quotidianità, ma vissuta in un modo straordinario, dentro quelle cose ordinarie che in virtù della preghiera noi viviamo in modo straordinario perché facciamo sì che ci entri dentro il Signore, facciamo sì che le viviamo alla sua presenza, facciamo sì che le viviamo sempre nella sua volontà e secondo la sua parola. La quarta parola: “Tutto ciò che non è per l’eternità non è altro che vanità”, perché oggi c’è e domani non c’è, inesorabilmente passa e non ci accompagnerà al di là del cammino di questa vita. Quinta parola: “La nostra miseria è il trono della misericordia di Dio”, trono cioè il luogo nel quale il Signore non vede l’ora di spiegare e dimostrare quanto sia infinita la sua misericordia verso di noi, perché nella misura in cui questa miseria noi la diamo al Signore, la confessiamo, la riconosciamo, noi facciamo l’esperienza di come la nostra miseria sia il trono della misericordia infinita di Dio per noi. Ecco, come celebrare la festa dei santi e noi ringraziamo il Signore del grande dono di san Francesco di Sales e anche di aver avuto tra noi il vescovo Guido, pastore secondo il cuore di Dio.

Suor Maria Letizia Ratti

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