La stagione del cuore

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di Silvia Malaspina e Carolina Mangiarotti

La primavera è partita ufficialmente alle 16.33 di domenica 20 marzo: è il momento dell’equinozio, la primavera astronomica, il cui inizio varia, anche se di poco, ogni anno.

Per noi, che possiamo a buon titolo essere annoverate tra gli animali a sangue freddo, segna l’avvio dei mesi del cuore: proviamo leggere sensazioni di benessere quando le temperature si aggirano sui 15 gradi, ci acclimatiamo piacevolmente a una temperatura di 25 gradi, raggiungiamo l’estasi a 30 gradi. È evidente, quindi, che nel periodo del lugubre inverno padano avvertiamo tristezza, nervosismo, malessere generalizzato. Invece il risveglio della natura ci ispira un sentimento di catartico rinnovamento, come se potessimo avere a disposizione un nuovo inizio, pregno di allettanti promesse, cosa che si rivela preziosa anche per lo spirito: sulle nostre vite, infatti, non alita un tiepido zefiro primaverile, ma un procelloso vento di crisi e, non osiamo nemmeno pensarlo, di guerra.

«Finalmente è iniziata la primavera e ci siamo buttate alle spalle l’inverno! Non ne potevo più! Quest’anno, poi, c’è stata un sacco di nebbia: sembrava di stare dentro Twilight. Pensa che bello se si potesse vivere in un luogo dove ci siano tutto l’anno le temperature primaverili: la vita sarebbe decisamente più facile e più felice.» «Sono d’accordo: solo il fatto di potersi vestire con meno strati mette allegria. Però devo farti notare che se sei già così meteoropatica a 18 anni, quando avrai la mia età l’inverno potrebbe diventare per te un serio problema: a me da ragazza piaceva molto l’avvicendarsi delle stagioni.» «Ma che stagioni e stagioni! Cosa c’è di bello nello svegliarsi che è ancora buio, uscire tutti imbacuccati, vedere attorno solo grigio e spoglio, e dover accendere la luce alle quattro del pomeriggio? In giornate come queste, invece, potrei fare qualsiasi cosa: sono carica e non mi fermerei mai.» «Effettivamente devo riconoscere che dell’inverno io salverei solo la tisana bollente al gusto garofano e cannella e la copertina di pile sul divano.» Nel mezzo di queste considerazioni si pone il problema di orchestrare i periodi di ferie familiari, in modo che collimino, almeno in parte e, di conseguenza, iniziano le proposte genitoriali relative alle mete: «Abbiamo letto un articolo molto interessante sulle capitali del Nord Europa: è un’ipotesi che non abbiamo mai preso in considerazione, ma ad agosto ci consentirebbe anche di evitare la calca del tutto esaurito sulle nostre spiagge.» «Ma siete usciti completamente di testa? Volete portarmi al freddo anche in estate? Se desiderate visitare le città, sono disponibile per Atene, Madrid e Lisbona: la bella stagione dura così poco che ci manca solo che ci vestiamo con il K-Way anche in ferie!»

silviamalaspina@libero.it

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