La santità è un dono di Dio da desiderare con fervore
I Padri Barnabiti di Voghera hanno onorato il fondatore sant’Antonio Maria Zaccaria con Mons. Guido Marini
VOGHERA – “Essere lume e fuoco per il mondo”. Questo era il desiderio di sant’Antonio Maria Zaccaria che, ancora oggi, risuona forte e vuole essere un incoraggiamento nel cammino della vita. Lo ha ricordato padre Antonio Bongallino sabato scorso, nella chiesa di Santa Maria della Salute a Voghera, nel suo saluto a Mons. Gui- do Marini all’inizio della celebrazione eucaristica in occasione della festa del santo. Il 5 luglio, infatti, la Chiesa ricorda il fondatore della Famiglia Barnabita, formata dai padri, dalle Suore Angeliche e dai laici di San Paolo. Padre Antonio, superiore della comunità di Voghera, ha anche e- spresso riconoscenza a Dio per il dono della santità del fondatore e a Mons. Marini per la sua affettuosa presenza. Il vescovo, da parte sua, ha ricambiato l’affetto del sacerdote e ha salutato con gioia padre Giovanni e padre Gabriele della comunità barnabita vogherese, insieme a don Je Je dei guanelliani e a padre Arcadio dei francescani che hanno concelebrato e ai diaconi permanenti Nicola Radicci e Antonello Giacobone. Nell’omelia Mons. Marini ha messo in evidenza l’importanza per sant’Antonio Maria Zaccaria della parola “fervore”, che ha saputo continuamente rinnovare nel- la sua vita personale e testimoniare a tutti coloro che incontrava. Questo “fervore” per il santo si traduceva in “santità”, termine a lui molto caro e inteso come un dono di Dio che porta pienezza e gioia. Spesso, infatti, ripeteva: «Desidero che siate santi, ma non solo piccoli santi, ma grandi santi». «Festeggiare sant’Antonio Maria Zaccaria – ha detto il vescovo – significa ritrovare nell’esempio della sua vita e nella forza delle sue parole un richiamo bello alla santità». E parlando della santità, il vescovo ha precisato che «è un dono che riempie il cuore, riempie di significato la vita ed è la realtà più bella che possiamo sperimentare, perché permette di accogliere la presenza di Dio che prende possesso di noi e che cambia tutto in noi» e per questo non è mai qualcosa di pesante. Per arrivare a questa verità, sant’Antonio Maria Zaccaria nel suo percorso ha saputo cogliere tre grandi insegnamenti. Questi sono stati così riassunti da Mons. Marini: «Il mistero della redenzione della salvezza, perché solo in Dio è la nostra salvezza. Il mistero dell’Eucaristia, dove Gesù è presente, mi ha amato e mi ama, ha offerto e offre la vita per me. Il mistero della parola di Dio che è sua e che mi svela lungo il cammino la volontà, la sua volontà su di me, la sua volontà di bene su ogni mia giornata, la sua volontà di bene su ciò che quotidianamente sono chiamato a sperimentare e a vivere». Prima della benedizione solenne con la reliquia del santo, ha preso di nuovo la parola padre Antonio che ha ringraziato tutti coloro che hanno contribuito a realizzare la festa e, in particolare il coro diretto da Antonio Buccino, che ha animato la liturgia e le persone che si sono occupate della chiesa. Al termine Mons. Marini ha ringraziato la comunità barnabita vogherese per l’accoglienza e l’impegno e ha salutato personalmente i numerosi presenti.
Daniela Catalano