In gioco il futuro di tante famiglie

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Lavoro. Il comparto del vino in Oltrepò pavese è ancora nell’occhio del ciclone. Non trova pace la Cantina “Terre d’Oltrepò” che deve tornare al voto per eleggere un nuovo consiglio di amministrazione. Ma chi pensa ai 600 soci e ai 68 dipendenti?

di Oliviero Maggi

Il comparto del vino oltrepadano ancora nell’occhio del ciclone, dopo il terremoto che ha colpito nuovamente “Terre d’Oltrepò”, la Cantina cooperativa di Broni (con sedi anche a Casteggio e Santa Maria della Versa) più grande di Lombardia (600 soci).

“Terre” a metà febbraio dovrà tornare al voto, a meno di un anno dall’ultima consultazione, a seguito delle dimissioni di sette consiglieri nel giro di pochi mesi che hanno fatto decadere il consiglio di amministrazione, guidato da Enrico Bardone.

Al momento si parla di due liste in campo per le elezioni che si svolgeranno presso il teatro “Carbonetti”, inizialmente fissate il 13 febbraio, ma poi slittate al 21 perché, come è noto, durante le consultazioni elettorali (il 12 e il 13 febbraio si vota per le Regionali in Lombardia) non si possono tenere assemblee pubbliche.

Sicuramente, non sarà della partita il presidente uscente Bardone, che ha deciso di non ricandidarsi: «Non mi ricandiderò. – assicura – Non so come andrà a finire perché la situazione è cambiata improvvisamente nelle ultime settimane, quando i consiglieri dimissionari hanno iniziato a mettere in discussione le decisioni che erano state prese. Eppure, ci sono decine di delibere che erano state approvate tutte all’unanimità senza nessuna posizione contraria».

Durissimo il commento del vicepresidente del Senato, Gianmarco Centinaio, che parla dell’Oltrepò pavese come di «un territorio ingovernabile»: «Mi chiedo se, a questo punto, ci sia ancora qualche persona seria che abbia voglia di prendere in mano la Cantina, rischiando di perdere faccia e tempo in un territorio ingovernabile, che non è in grado di tenere in piedi una dirigenza per dieci mesi. Purtroppo l’hobby principale dell’Oltrepò sembra essere quello di mettere al comando qualcuno per poi mandarlo a casa subito dopo» – commenta Centinaio, che ha chiesto di incontrare quel che resta del Cda uscente per provare a capire che cosa sia successo.

Anche le associazioni di categoria hanno espresso preoccupazione per la crisi della Cantina: «Come sempre il nostro unico obiettivo è tutelare le aziende agricole e garantire la giusta redditività ai soci. – afferma Stefano Greppi, presidente di Coldiretti Pavia – Speriamo che si arrivi presto a una governance stabile, che possa garantire sicurezza al territorio e alle imprese anche continuando quel processo di rilancio dell’Oltrepò pavese».

Per la presidente di Confagricoltura Pavia, Marta Sempio, «dopo meno di un anno si è interrotto un percorso virtuoso che stava portando in Cantina un’organizzazione moderna, al passo con i tempi e con un fatturato più alto rispetto a quello degli anni passati. La Cantina era diventata protagonista di un rilancio del territorio, che ora non può continuare. In un anno di difficoltà, che aveva già messo a dura prova le aziende, a maggior ragione era necessaria la coesione del territorio».

Il presidente provinciale Cia, Carlo Emilio Zucchella, esprime «grandissima preoccupazione per quanto sta accadendo a “Terre d’Oltrepò”: è un’azienda fondamentale per il comparto vitivinicolo con i numerosi soci che riunisce e l’indotto che determina. In questo momento la Cantina avrebbe avuto bisogno di un consiglio di amministrazione forte e coeso per realizzare un piano di rilancio aziendale».

Così la presidente di Copagri Pavia, Silvia Bernini, e il responsabile del settore uve e vini, Andrea Bertelegni: «Auspichiamo una dirigenza coesa ed unita che possa portare la Cantina più importante del territorio ad una stabilità necessaria per poter crescere» – commentano.

Intanto, sul tavolo del nuovo Cda, ci sono già alcuni temi caldi che dovranno subito essere affrontati, a partire dal pagamento del secondo acconto della vendemmia 2022, che dovrà essere erogato tra marzo e aprile. Le altre questioni importanti riguardano la ripartenza del confronto tra azienda e sindacati per l’avvio del contratto di solidarietà per i 68 dipendenti, poi il rilancio della politica commerciale della Cantina e l’aumento della produzione di bottiglie, infine i lavori di riqualificazione delle strutture, con l’installazione dell’impianto fotovoltaico per il contenimento dei costi energetici e la costruzione di due nuovi depuratori per gli stabilimenti di Broni e Casteggio.

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