Il Pinot Nero è trendy, i nostri chef anche. E a Voghera va di moda il b&b

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L’Oltrepò che sta cambiando. Nuove presenze di turisti, offerte culturali interessanti, ristorazione di alto livello. Vuoi vedere che qualcosa “eppur si muove”? Con lo zampino di “Colline e Oltre SpA”, società del Gruppo Intesa San Paolo e della Fondazione Banca del Monte di Lombardia

di Marco Rezzani

Eppur si muove. Senza scomodare troppo Galileo potremmo usare la sua frase per il nostro Oltrepò pavese che sembra tornato di moda da un punto di vista turistico. Una bella notizia, se pensiamo che fino a una manciata di anni fa era ritenuto terra di trattorie a buon mercato, vino da damigiana, salame stagionato e poco più. Ora il “clima” è cambiato e molti investitori stanno mettendoci soldi e faccia. E meno male, perché – lo sa bene chi vive da queste parti l’Oltrepò nulla ha da invidiare a terre più blasonate e celebrate a livello mediatico. Parliamo di un territorio con 3.300 ettari vitati a Pinot Nero, 50 tra castelli e antichi borghi, possibilità di spaziare dalla pianura alla montagna, 100 itinerari, ristoranti d’eccellenza, 1500 aziende vitivinicole, 3500 imprese agroalimentari… Dicevamo di nuovi investimenti. Nei giorni scorsi l’Ufficio Commercio del Comune di Voghera ha reso noto che in città nel 2023 hanno visto la luce ben 18 nuovi “b&b foresterie e case vacanze”. In effetti siamo andati a fare un giro sui siti di prenotazioni online e abbiamo scoperto una serie di proposte, da piccoli appartamenti super accessoriati a stanze di diversa tipologia, anche molto lussuose. Qualcosa aveva iniziato a muoversi già prima della pandemia quando alcuni imprenditori avevano acquistato o ampliato strutture già esistenti. Poi, nel 2023, un autentico boom. I titolari sono privati che hanno scelto di trasformare in bed and breakfast le loro proprietà o parte delle proprie residenze, ma sempre più spesso si tratta di imprenditori che hanno investito nel settore. E 18 nuove aperture in 12 mesi per una città come Voghera non sono poca cosa. Tra queste il b&b “Be Duomo” in via Grattoni, di Iacopo Bariani, già gestore del Park Hotel Olimpia del Brallo, che ha acquistato una palazzina e ha trasformato gli studi ospitati nella stessa in 6 camere dove non serve personale, in quanto sono gli stessi clienti a effettuare in autonomia il check-in, ottenendo il codice per l’accesso alla stanza. In un centro di 39 mila abitanti mancavano quasi completamente servizi di questo tipo. La clientela– è una valutazione pressoché unanime da parte degli operatori coinvolti – è composta da stranieri che si trattengono per lavoro come gli asiatici oppure gli europei che transitano per turismo e spezzano un viaggio più lungo sostando in città. Ma non mancano clienti italiani che si trovano a Voghera per motivi professionali o altri che si fermano una o due notti prima di raggiungere località turistiche. Dunque un’altra e benefica boccata d’ossigeno in un contesto positivo per il turismo made in Oltrepò. E proprio in un recente incontro sul turismo di prossimità per l’Appennino dell’alto Oltrepò, il presidente della Comunità Montana Giovanni Palli, a proposito di progetti per potenziare l’attrattività delle nostre terre, aveva fatto notare come «questa terra ci accompagna dentro un turbinio di esperienze per quel turismo avventuroso e curioso per ogni età, in cui scoprire la natura, l’arte antica e moderna, la cultura e un benessere senza tempo, insieme a nuove esperienze e nuove opportunità». A godere di buona salute è anche la galassia del Food & Beverage oltrepadano con alcuni ristoranti di grande livello, – “Ad Astra” di Alessandro Folli a Santa Maria della Versa, “Villa Naj” e “GioEle” a Stradella e da pochi giorni “Dama” con lo chef Federico Sgorbini al Castello di San Gaudenzio, solo per fare alcuni nomi – grandi vini, imprenditori che investono in locali di pregio o acquisiscono terreni vitati per la produzione del Pinot Nero. Uno per tutti Berlucchi. In questa “rigenerazione” un ruolo importante lo sta giocando “Colline e Oltre SpA”, una società costituita dal Gruppo Intesa San Paolo e dalla Fondazione Banca del Monte di Lombardia. Con un chiaro proposito: supportare il settore del turismo e della ricettività dell’Oltrepò pavese. C’è un dato di fatto da cui non prescindere: non esiste altra terra così ricca e così vicina a Milano e quindi così capace di attrarre una grande clientela. Lo spiega il direttore generale Matteo Casagrande Pallavicini: «L’Oltrepò finalmente vive il momento storico che merita. È un territorio caratterizzato da cultura nel settore dell’enogastronomia, con un elemento distintivo rappresentato da un terroir ricchissimo e che vede nel Pinot Nero una grandissima eccellenza in ambito europeo. Insieme alla Provincia di Pavia e alla Camera di Commercio lavoriamo per lo sviluppo del territorio». L’intento è di «costruire una destinazione turistica con esperienze e con una ristorazione identitaria e coerente con i prodotti della terra che ci circonda. Quindi un racconto nuovo del grande valore dell’Oltrepò». Un altro attore importante è il Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese. «Il Consorzio – afferma la presidente Gilda Fugazza – è grande sia in ettari, 13 mila, sia in numeri di realtà della filiera, composta da chi fa il vino, chi fa bottiglie, chi imbottiglia, e dalle due cantine sociali “Terre d’Oltrepò” e “Torrevilla” che rappresentano un numero considerevole di soci. Ma la partecipazione alle attività consortili è ancora troppo limitata rispetto al potenziale, se pensiamo alla presenza di 1500 aziende, a fronte delle 160 associate e di un’adesione alle Doc e Docg ancora limitata, seppure in costante crescita». Si può e si deve fare ancora meglio, a detta dei vertici del Consorzio, confortati dai dati che segnalano aumenti anche a due cifre di prodotti costosi, nei top di gamma dove la crescita non è per nulla scontata. È necessario infine raccontare e comunicare al meglio l’Oltrepò. Ad esempio lo stanno facendo i ristoratori con i loro locali – “Rimulas”, “La Cave Cantù”, “Prime Alture Wine Resort”, “Il Bistrot dell’Enoteca”, “GioEle”, “Villa Naj”, “Buta”, “La Locanda dei Beccaria”, “Prato Gaio”, “Ad Astra”, “Sasseo”, “Corte del Lupo”, “Guado”, “Ristorante Salumificio Artigianale Buscone”, “Albergo Ristorante Primula Bianca”, “Il Caminetto”, “Ristorante Albergo Selvatico” – che hanno scelto di aderire a un’idea di “Colline e Oltre SpA” e costituire “Tavole OltrePo”, l’associazione di chef innamorati del proprio luogo di lavoro, autentici ambasciatori dell’Oltrepò Pavese che quotidianamente si pongono l’obiettivo di promuoverlo attraverso la qualità, la passione e la professionalità.

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