Il Castelliere di Guardamonte

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Di Pier Luigi Feltri

Sul confine naturale tra la Val Curone e la Valle Staffora, dove si incontrano il Piemonte e la Lombardia, si trova il Castelliere di Guardamonte, un sito archeologico di notevole rilevanza storica e culturale. Situato sul Monte Vallassa, l’insediamento racconta una lunga storia che si snoda per oltre cinquemila anni, dal V millennio a.C. fino ai primi secoli dell’età romana imperiale. La parola “castelliere” indica un tipo di insediamento su alture, caratterizzato da strutture murarie che sfruttano le conformazioni naturali per creare superfici piane, stabilizzando i pendii montuosi con terrazzamenti e muri a secco. La funzione principale di queste costruzioni non era difensiva, ma pratica e strutturale, volta a consentire la vita quotidiana in ambienti collinari impervi, oltre che a controllare le vie di transito tra il mare e la pianura. Anche se la prima abitazione umana dell’area risale alla fase della cultura del Vaso a Bocca Quadrata (V millennio a.C.), le ricerche archeologiche hanno individuato nel luogo due fasi principali di frequentazione, che coincidono con il periodo in cui è stata creata la conformazione “a castelliere”. La prima risale all’età del Bronzo Medio e Finale, tra il XVI e il IX secolo a.C.; la seconda all’età del Ferro, tra il VI e il III secolo a.C. Il sito vide poi una progressiva diminuzione d’importanza, fino all’abbandono. Resti databili al I-II secolo d.C. indicano una qualche forma di uso residuale ancora in epoca romana. Dal punto di vista archeologico, Guardamonte è stato oggetto di indagini fin dagli anni ’50/60. L’ultima campagna si è conclusa nel 2014, ma il potenziale di approfondimento rimane elevato. Tra gli elementi più suggestivi del sito vi è un passaggio scavato nella roccia, esposto verso un burrone, che conduce a una grotta nascosta. Questa cavità, presso cui sono stati rinvenuti vari reperti, probabilmente fungeva da rifugio o aveva scopi rituali. Al momento del rinvenimento della grotta si pensò di poterla collegare a un’antica leggenda (rimasta, finora, tale) tramandata oralmente dalla gente della zona: secondo il racconto, sul monte Vallassa sarebbe stata sepolta, nei tempi antichi, una regina con un favoloso tesoro. Oggi il sito si presenta in stato di conservazione non ottimale: le antiche tracce sono in buona parte nascoste dalla vegetazione e la cartel- lonistica, quando presente, risulta spesso poco leggibile. È consigliabile esplorarlo indossando scarpe da trekking e prestando attenzione.

pierluigi.feltri [at] gmail.com

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