I Primi Vespri della Madonna dell’Orto a Chiavari
Il 1° luglio Mons. Marini è stato invitato per presiedere il momento di preghiera alla vigilia della patronale della Diocesi ligure
CHIAVARI – Mercoledì 2 luglio la Città e la Diocesi di Chiavari hanno onorato la patrona, la Vergine Maria, venerata con il titolo di Nostra Signora dell’Orto. Alla vigilia, martedì 1° luglio, alle 18 il vescovo di Chiavari, Mons. Giampio Devasini, ha celebrato la Messa con gli anziani e gli ammalati della Diocesi e in serata, alle ore 21, ha accolto il confratello Mons. Guido Marini che ha presieduto i Primi Vespri della solennità della Madonna. Il vescovo di Tortona ha salutato e ringraziato Mons. Devasini per il suo invito e nella sua riflessione, basata sul brano della Lettera di San Paolo ai Galati della liturgia dei Vespri, ha messo in evidenza l’importanza dell’ascolto della Parola di Dio. In particolare si è soffermato sulla frase paolina “quan- do venne la pienezza del tempo”, che si spiega nella presenza di Dio, capace di dare senso e significato a tutto. Per illustrare il concetto, Mons. Marini ha narrato un aneddoto della vita di sant’Agostino di Cartebury, inviato dal pontefice san Gregorio Magno a evangelizzare i popoli Angli. Si racconta, infatti, che Agostino per spiegare il senso della vita illuminato dalla luce di Cristo, usò la metafora di un uccellino che all’improvviso attraversava una sala illuminata, passando da un’o- scurità a un’altra. In Gesù si realizza quella pienezza del tempo di cui parla l’apostolo, perché Dio ha mandato il Figlio, come Salvatore del mondo. «In Dio che è amore tutto acquista significato. – ha detto Mons. Marini – In Dio che ci ha voluto, ci vuole, ci attende, il tempo raggiunge la sua pienezza, la sua bellezza, il suo splendore». Citando ancora san Paolo, che afferma «Dio mandò il suo figlio», il vescovo ha sottolineato come Dio attraverso il Figlio fatto uomo «ha voluto condividere la nostra stessa vita, ha voluto passare attraverso la morte di croce per strapparci alle catene della morte e dalla tragedia del peccato, del male con la sua misericordia e il suo perdono». Citando sant’Ignazio di Antiochia, il vescovo ha ribadito che nulla è meglio di Gesù Cristo perché Lui è Dio fatto uomo. Infine, ha preso in esame l’ultima frase di Paolo del brano letto nel quale parla dell’adozione a figli: «Noi siamo figli da quando è arrivata la pienezza del tempo e da quando Dio ha mandato il proprio figlio nel mondo. E siamo figli amati». L’adozione a figli è stata resa possibile dalla nascita di Gesù da una donna, Maria, e questo è la prova dell’amore di Dio per ogni creatura, perché «tutto l’universo obbedisce all’amore». Dopo la solenne benedizione, Mons. Marini ha pregato davanti all’effigie della Madonna dell’Orto. L’immagine venerata a Chiavari si narra che fu fatta dipingere alla fine del 1400, dopo una pestilenza, da Maria Del Guercio, soprannominata la Turchina, come ringraziamento per essere stata risparmiata e fu realizzata sul muro esterno di un orto. Con la Madonna benedicente, furono raffigurati i santi Sebastiano e Rocco. Il 2 luglio 1610 la Vergine Maria apparve al chiavarese Sebastiano Descalzo, proprio vicino alla nicchia che conteneva il dipinto. Dopo questo avvenimento fu costruita la chiesa. Il 7 marzo 1643 Nostra Signora dell’Orto è stata proclamata patrona principale del- la città e del distretto di Chiavari e nel 1769 solennemente incoronata dal Capitolo Vaticano. Nel 1892, con la nascita della Diocesi di Chiavari, la chiesa è stata elevata a Cattedrale da Leone XIII e nel 1904 ha assunto il titolo di Basilica.