I giovani chiamati a portare nel mondo il profumo di Cristo

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La Giornata mondiale della Gioventù diocesana a Broni con Mons. Marini. La Messa e il Musical

BRONI – Un fiume di giovani sabato 22 novembre ha invaso la Basilica minore di san Pietro aposto- lo. Sono giunti da tutta la Diocesi per partecipare alla XL Giornata Mondiale della Gioventù diocesana, un appuntamento che ogni anno è accolto in una comunità della Diocesi e rinnova entusiasmo, ascolto e desiderio di camminare insieme nella fede. Antonella Perez, della Pastorale Giovanile, ha condiviso la riflessione introduttiva raccontando il cammino dell’anno e l’impronta lasciata dal Giubileo, descrivendo la speranza come un “profumo” da portare con sé ogni giorno e non come un ricordo solo da custodire. «Abbiamo l’onere e l’onore di po- ter raccontare cosa vuol dire essere Chiesa» – ha affermato – esprimendo la responsabilità e la gioia di una generazione che vuole essere testimone credibile. Nell’omelia della Messa, Mons. Guido Marini ha offerto ai giovani una riflessione chiara e coinvolgente. Partendo dalle parole di Ge- sù al buon ladrone – “Oggi con me sarai nel paradiso” – ha invitato a riscoprire il Paradiso come esperienza possibile già ora, nel presente. «La vita cristiana – ha spie- gato, non è una lista di compiti da svolgere, ma un incontro capace di trasformare l’esistenza». Il vescovo ha indicato tre vie concrete per vivere questa trasformazione, sostenute dall’esempio dei santi Piergiorgio Frassati e Carlo Acutis: l’ascolto quotidiano della Parola, la partecipazione all’Eucaristia come appuntamento reale con Gesù e la Confessione come esperienza di gioia e perdono. Gli episodi della vita di Frassati – dall’amore per il Vangelo, alla S. Messa quotidiana, fino alla Confessione chiesta addirittura in strada – hanno reso queste indicazioni vicine, praticabili, vivissime. Per tre volte Mons. Marini ha chiesto ai giovani se vogliono essere come lui, suscitando una risposta unanime e vibrante, capace di riempire la basilica di entusiasmo e determinazione. La giornata ha mostrato anche la bellezza di una comunità che sa collaborare: il Servizio di Pastorale Giovanile ha coordinato l’evento, mentre l’Oratorio di Broni, guidato da don Giampaolo Civillini, ha curato l’accoglienza e l’organizzazione logistica. Hanno concelebrato don Cristiano Orezzi, responsabile del- la Pastorale Giovanile, don Eustace Nnadozie Diala e don Tonino Moroni. Fondamentale il supporto del sindaco Antonio Riviezzi e dell’Amministrazione comunale, del- la Protezione Civile, della Pro Lo- co, dei Vigili Urbani, dell’Assessore Christian Troni e di Rocco Corleto. Un grazie speciale è stato rivolto anche ai molti ragazzi e adulti che hanno lavorato con dedizione per la buona riuscita di tutta la giornata. Dopo la Messa, i giovani in corteo hanno raggiunto l’Oratorio “De Tommasi”, dove la cena condivisa è stata un nuovo momento di fraternità. Per scaldare l’atmosfera sono stati eseguiti due brani dai giovani dell’Azione Cattolica: Unico scritto e cantato da Andrea Pruzzi e Cesare Pistore, ispirato alla vita di San Carlo Acutis e C’è spazio per te interpretato da Andrea, Giulia, Mattia e Riccardo, presentato quest’anno al concorso nazionale per gli inni dell’A.C. e legato al tema associativo. A seguire, il musical Il sogno di Giuseppe, messo in scena con talento e passione dai ragazzi dell’Oratorio di Broni e ispirato al personaggio biblico, che ha trasformato l’incontro in una festa di gioia, creatività e comunione. Il vescovo al termine ha voluto condividere una breve riflessione: «La storia di Giuseppe ci parla dell’amore di Dio, sempre presente e operante nella vita di ciascuno di noi. Per questo c’è salvezza e c’è speranza. Usciamo da questa sala rinfrancati da questa verità fondamentale: tutto è segnato dall’amo- re di Dio, anche quando non ce ne accorgiamo». In un clima di commozione e simpatia, Mons. Marini ha chiamato accanto a sé il piccolo Elia e, complimentandosi con lui, ha detto: «Mentre recitava, lo osservavo e pensavo che, per comprendere ciò che questa sera ab- biamo vissuto – cioè il mistero di un Dio che abita ogni cosa con il suo amore – bisogna diventare come bambini, come Elia. Solo occhi così sanno vedere la realtà profonda della vita. Mi auguro che questa sera avvertiamo la bellezza di essere bambini come lui: con i suoi occhi e il suo volto possiamo scoprire che il Signore è con noi, che il suo amore conduce tutto, e che questo ci permette di essere veramente felici». La GMG si è chiusa con un messaggio semplice e potente: la fede non è un insieme di precetti, ma la possibilità concreta di vivere “il paradiso, oggi”, attraverso la relazione quotidiana con Gesù. La Parola, l’Eucaristia e la Confessione diventano, come ha ricordato il vescovo, la fonte quotidiana di quel “profumo” di speranza che i giovani sono chiamati a portare nel mondo, testimoniando con la vita che “stare con Gesù” è la vera pienezza.

Suor Roberta Cucca

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