Gli Eremiti di don Orione da un secolo a Sant’Alberto di Butrio

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Domenica 26 luglio la celebrazione per il centenario della presenza dei religiosi orionini

SANT’ALBERTO DI BUTRIO – Domenica 26 luglio, alle ore 10, nella celebrazione eucaristica, la Comunità Religiosa di Sant’Alberto eleverà la preghiera di ringraziamento per i cento anni di presenza nell’eremo.

«Dove passano i santi, resta il profumo di Dio. Dove passano i santi, fiorisce l’amore. Dove passano i santi, germoglia ogni cosa bella e utile e grande. Dove passano i santi vibra misteriosamente un irresistibile fascino che difficilmente si potrebbe descrivere»: con questo pensiero del compianto vescovo orionino, Mons. Andrea Gemma, i membri della piccola comunità di vita contemplativa, voluta e amata da san Luigi Orione, vogliono ringraziare Dio per il centenario e guardare avanti. «Che sono mai cento anni di storia e presenza in un luogo che ne conta quasi mille? Eppure questo è un piccolo e prezioso tassello di continuità tra il passato e il presente. – scrivono i religiosi – È nell’oggi che siamo chiamati a vivere la nostra consacrazione a Dio, tra le mura di quest’eremo impreziosito dalla vita santa di chissà quanti monaci nel tempo passato». Tra la fine del 1800 e gli inizi del 1900 il tempo ha consegnato questo luogo nelle mani di don Orione che lo descriveva come «ridotto quasi a una rovina, tanto da far piangere il cuore». Proprio grazie all’“apostolo della carità” l’eremo è rinato dopo un lungo periodo di silenzio e abbandono. Il 30 luglio 1899 don Orione, con la vestizione dei primi tre eremiti al Sacro Cuore di Stazzano, alla presenza di Mons. Igino Bandi, dava inizio a questo ramo della congregazione, dedito alla preghiera, alla penitenza e alla solitudine. Nel pomeriggio dello stesso giorno, a cerimonia avvenuta, si recò con loro al santuario di Montespineto per rendere grazie alla Madonna.

Questo secolo è stato impreziosito anche dalla presenza del Venerabile frate Ave Maria. Egli arrivò a Sant’Alberto nel 1923, ormai cieco e non vide mai l’eremo, ma si accorse subito di una cosa: «Qui manca tutto! Ma non manca nulla a chi vuol farsi santo!». Dal 1920 ad oggi gli Eremiti di don Orione mantengono viva questa piccola fiamma di fede.

Attualmente sono sei i religiosi che portano avanti l’immenso patrimonio spirituale, nel solco tracciato da san Luigi Orione a cui esprimono la loro profonda gratitudine.

Da ricordare anche la significativa fondazione di un eremo in Brasile, avvenuta nel 2003, a Valença, vicino a Rio de Janeiro, che porta il nome di “Eremiterio frei Ave Maria”, in onore del famoso eremita. Oggi l’eremo di Sant’Alberto si presenta bello, accogliente ed è un luogo caro a molti. Sono stati realizzati molti lavori e per anni è stato un cantiere aperto. Quest’anno era in programma il restauro di uno degli affreschi della chiesa che si è interrotto a causa della pandemia. I religiosi si augurano che presto si possa concretizzare l’opera anche grazie a quanti vorranno collaborare per sostenere le spese.

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