Ecco chi è Bianca

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di Maria Pia e Gianni Mussini

Prima di Pasqua siamo stati per tre volte a Busto Arsizio, poiché Maria Pia ha dovuto sottoporsi a un prudenziale esame di controllo presso quell’ospedale (tutto bene!).

Durante le attese, Gianni ne ha approfittato per andare a zonzo alla sua maniera per le strade di quella cittadina, nota soprattutto per l’industriosità dei suoi abitanti (e, nelle memorie infantili, per la maglia della locale squadra di calcio, la Pro Patria, che è biancoblu ma – come usa nel rugby – a strisce orizzontali).

Case solide e moderne, strade ben tenute e, man mano che ci si avvicina al centro, ville liberty e poi palazzi Novecento, alcuni con le caratteristiche linee curve tipiche delle abitazioni civili di epoca fascista. Nel cuore della città, ecco la chiesa di san Giovanni Battista (come rinunciare a una preghiera al proprio santo?) e soprattutto quella di santa Maria in Piazza: un vero misconosciuto gioiellino del Rinascimento lombardo.

All’interno di quest’ultima una scoperta commovente: l’icona della Madonna Madre di Dio della città russa di Kazan, una cui riproduzione era stata donata nel 2018 alla comunità di Busto da una badante ucraina immigrata. Ecco le sorprese che “vengono incontro” a Gianni il vagabondo!

Il quale poi, mentre Maria Pia sosteneva i suoi esami medici, ne ha approfittato per telefonare a Bianca, una bustocca compagna dei tempi dell’università che, con altre comuni amiche, ha visto fiorire e progredire la nostra storia d’amore e ne è, per così dire, testimone.

Bianca si è precipitata in bici e subito è ripreso il filo di un’amicizia che dura da 50 anni e che è sempre golosa di notizie reciproche. Quelle di Bianca hanno a che fare con il suo epos di credente, di letterata e – non ultima cosa – di zia.

Ha insegnato a lungo in Svizzera («Però la gente è più felice in Italia»), ha vissuto alcuni anni in una missione africana (beccandosi la malaria), ha scritto uno dei più bei commenti scolastici ai Promessi sposi e vive ora vicina ai nipoti in una letizia in cui – per francescana coerenza – non trova spazio alcuna vanità: fosse per lei, le boutique e le profumerie più trendy chiuderebbero in due giorni.

Nella nostra ultima giornata bustocca, abbiamo incontrato – ma stavolta insieme – la nostra Bianca, parlandole tra il resto di un suo libro di ricordi che ci aveva proposto in anteprima e che, prima o poi, dovrà trovare una casa editrice all’altezza: è un’incandescenza di cultura e umanità, lungo il filo rosso di un umanesimo insieme laico e cristiano.

A un certo punto, sulla via del parcheggio, incontriamo un questuante dall’aria lamentevole e astuta. Noi due passiamo oltre, ma lei si ferma paziente. È uno dei suoi “assistiti”. Gli parla e lo ascolta, che è la prima carità possibile e doverosa.

Ecco chi è Bianca.

cantiamolavita@katamail.com

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