Donne con gli artigli

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di Silvia Malaspina e Carolina Mangiarotti

“Voglio una donna con la gonna” cantava Roberto Vecchioni, rivendicando il desiderio maschile di approcciarsi a una partner che si mostrasse femminile nel senso più tradizionale del termine. Oggi potremmo affermare che l’emblema di femminilità maggiormente esibito non sia più la gonna, in molteplici varianti e lunghezze, ma tutto ciò che ruota intorno al make-up e ai suoi derivati. Se fino a qualche anno fa truccarsi era solo un metodo per apparire più gradevoli e per camuffare eventuali difetti, attualmente abbiamo assistito a una brusca virata in direzione delle “ricostruzioni”: delle sopracciglia, delle ciglia e, contagiosa come un’epidemia, delle unghie, tanto che si è palesata una nuova figura professionale nel campo dell’estetica: la nail artist.

La ricostruzione delle unghie tramite l’applicazione di un gel che può essere composto da una resina acrilica o naturale è diventato il nuovo must have per molte rappresentanti del gentil sesso, dai 12 ai 90 anni. Lo sfoggio di unghie lunghe, talvolta lunghissime, variamente pittate e decorate, è così dilagante anche tra le giovanissime che la dirigente scolastica di una scuola media del Torinese, Silvana Andretta, ha diramato una circolare nella quale si vieta alle studentesse di presentarsi in classe con tali protesi: rappresenterebbero un ostacolo all’adeguato movimento delle mani durante le lezioni, compromettendo la corretta impugnatura del materiale per scrivere, disegnare e suonare strumenti musicali. Inoltre la lunghezza eccessiva potrebbe rappresentare un pericolo anche per l’incolumità dei compagni, qualora si trovassero coinvolti in un contatto fisico un po’ troppo ravvicinato. Superfluo dichiarare chi di noi due sfoggi artigli ricostruiti che cambiano colore ogni tre settimane, ragion per cui le posizioni in materia sono state subito chiare: «Questa preside non ha niente di più importante di cui occuparsi se non le unghie delle alunne? Mi sembra che i problemi siano altri!» «Qui stiamo parlando di ragazzine della scuola media: concordo che, a quell’età, non dovrebbero esibire unghie ricostruite: credo sia anche abbastanza di cattivo gusto vedere una bambina, perché questo sono, specie in prima e seconda media, con le unghie da adulta. Però dovrebbero essere i genitori a intervenire, non la dirigente scolastica.» «Infatti tu non perdi occasione per sottolineare che le mie unghie non ti piacciono: se fosse per te, dovrei sempre sfoggiare la manicure dai toni neutri e tristi che porti tu.» «È questione di gusti e di età: mi ci vedi con le unghie acuminate, stile regina Grimilde nella metamorfosi a strega, magari nere con i brillantini, oppure – orrore! – con applicazioni di peluche come ho visto su una signora trentenne? No, no, a ogni unghia la sua stagione!»

silviamalaspina@libero.it

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