Deejay, schiaccia play!

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Di Carlo Zeme

Le sagre sono una cosa seria. La sagra della porchetta lo è ancora di più. Io e Melina, nella nostra vita prima di Margherita, abbiamo frequentato decine di sagre, da quella dell’agnolotto a quella del fritto misto, a quella del sedano. La sagra è un’esperienza unica perché spesso coincide con l’immersione in una comunità: incontri facce divertite che ti sorridono perché si è tutti un po’ più sereni e spensierati, chiacchieri con sconosciuti in coda e dai le mance a piccoli camerieri improvvisati, solitamente molto sudati. Margherita ha da poco compiuto nove mesi e così ci è sembrato il momento giusto per il grande debutto. Il piano d’azione è stato studiato nei minimi dettagli: raggiungimento della sagra a piedi, per dare la possibilità di far caricare le batterie alla piccola con un riposino sul passeggino, scontrino e fila per il cibo a carico del padre, madre e prole alla ricerca di un buon posizionamento tra i tavoli e le panche. Una volta sistemati, gli adulti si concentrano sul godersi la cena e Margherita può gustarsi il couscous che per l’occasione ci è stato cucinato con amore dalla nonna. Ma Margherita nel tragitto non ha chiuso occhio perché troppo attenta al panorama che si ammira dal passeggino, alla cassa fila chilometrica, il couscous schifato in favore di una patatina fritta che ha fatto scoprire un mondo tutto nuovo alle sue minuscole papille gustative e la stanchezza verso l’ora del tramonto che trasforma il momento del dolce in un pianto disperato. Il capolinea sembrava avvicinarsi quando il deejay in postazione ha dato ufficialmente il via alle danze, le casse hanno cominciato a diffondere un brano degli anni Sessanta, A whiter shade of pale, uno di quei brani che tutti hanno ascoltato almeno una volta: per Margherita era la prima. E così, come per magia, il pianto si è placato, il sorriso ha cominciato ad allargarsi e addirittura è stato accennato un ballo con passi un po’ incerti in piedi sulla panca. Le nostre serate ormai non durano più fino a tardi, ma dispensando sorrisi a ogni passante Margherita è già diventata parte di una tradizione, quella delle sagre, che per noi ha il sapore dell’estate e ci fa sentire in vacanza anche a pochi passi da casa.

carlo.zeme@gmail.com

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