Davis, una vittoria di tutti
Di Ennio Chiodi
Il Circolo Canottieri Aniene e il Circolo Parioli sono i più prestigiosi club tra quelli che si trovano lungo le sponde romane del Tevere. Tanta mondanità ma anche tanta professionalità. Adriano, precursore del moderno tennis italiano, è diventato Panatta al Parioli. Lo chiamavano “Ascienzietto” perché era il figlio del custode del Circolo, Ascenzio. In questi ambienti sono cresciuti, diventando amici, Matteo Berrettini e Flavio Cobolli che domenica scorsa hanno regalato all’Italia la terza Coppa Davis consecutiva. Il papà di Flavio, Stefano Cobolli, istruttore vagante, ha allenato anche il giovane Matteo, “fratello maggiore” di Flavio. Lo sognavano da ragazzini, ma mai avrebbero pensato di condividere la gioia di vincere quello che di fatto è un vero e proprio campionato del mondo per squadre nazionali. Determinati, testardi, nel voler portare a casa una storica vittoria nonostante l’assenza dei due più forti tennisti italiani del momento: Jannik Sinner e Lorenzo Musetti. Se ci fossero stati, d’altra parte, non avrebbero potuto avere questa occasione e questa soddisfazione. Lo aveva detto Jannik: «Non ci sarò, ma i miei compagni sono forti e possono vincere comunque». L’altra squadra finalista, la Spagna, aveva dovuto rinunciare a sua volta al fortissimo Carlito Alcaraz, attualmente numero uno al mondo, ma la vittoria è stata indiscutibile. Non è stato neppure necessario giocarsi l’asso: il doppio di Bolelli e Vavassori, attualmente tra i più forti in circolazione. Di fatto domenica a Bologna era virtualmente presente anche Sinner. Senza la sua incredibile vicenda sportiva il movimento del tennis italiano non sarebbe tanto cresciuto e non avrebbe raggiunto certi traguardi individuali e collettivi. Il sistema tennis lo ha capito. Una volta tanto – di questi tempi – Jannik Sinner, da “Sexten in Pustertal” (Sesto Pusteria), è un giovane italiano di madre lingua tedesca. A dispetto dei suoi detrattori – tra cui illustri giornalisti tanto vanesi quanto poco informati – ha prodotto da solo nel nostro Paese un indotto di oltre 8 miliardi di euro, come hanno certificato credibili agenzie internazionali. Soltanto la città di Torino, per la sua presenza alle ATP Finals, ha registrato fatturati per almeno 500 milioni di euro in pochi giorni. Le scuole tennis proliferano e i giovani aspiranti Jannik sognano, facendo impennare i bilanci dei marchi di attrezzatura e abbigliamen- to tecnico. Anche il turismo gode. Salò, sul Lago di Garda, nota e ben frequentata località turistica, è da qualche giorno ancora più famosa e ricercata. La notizia che Jannik Sinner ha trascorso in quel luogo qualche giorno per ritemprarsi dalle fatiche di una incredibile stagione, ha fatto letteralmente il giro del mondo.
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