Dall’Oltrepò all’Africa per curare i malati

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Una coppia bronese anima dell’Organizzazione P.A.C.E. che ha ottenuto un contributo dalla Cei

BRONI – L’organizzazione di Volontariato P.A.C.E. (Prevention And Clinical Education) è una Onlus nata a dicembre 2010. Senza fini di lucro e con l’azione diretta, personale e gratuita dei propri aderenti, persegue esclusivamente lo scopo della solidarietà sociale con le popolazioni dei Paesi in via di sviluppo, nel pieno rispetto della loro libertà e indipendenza culturale, politica e religiosa, da realizzarsi attraverso attività di assistenza sanitaria, di sostegno e formazione culturale e professionale. Tra le anime del sodalizio vi sono Francesca Cagnoni, originaria di Broni, già fondatrice e presidente e ora vice presidente, e il marito Maurizio Destro, per anni medico all’ospedale di Broni e Stradella e responsabile dei progetti, stabili in Africa ormai da tempo, coppia che ha messo il cuore in quella terra lontana, tanto povera e tanto bella. Precisamente in Uganda, nel piccolo centro di Kyariri, nel distretto di Masindi, dove già da diversi anni si prodigano per offrire la loro opera assistenziale gratuita alla popolazione locale: è stato eretto un piccolo ospedale che permette alle persone del luogo di non percorrere 30 km per raggiungere l’ospedale più vicino. È recente la notizia dell’approvazione da parte della Conferenza Episcopale Italiana del finanziamento, attraverso i fondi dell’8xmille della Chiesa Cattolica, del nuovo progetto dell’associazione: la costruzione di un blocco materno-infantile presso l’Health Center di Kyatiri, nel distretto di Masindi, in Uganda. «Siamo infinitamente grati alla Cei – le parole di Francesca Cagnoni – per questo contributo. Il nuovo blocco materno-infantile comprenderà una sala operatoria per i parti cesarei, due sale parto attrezzate secondo standard adeguati, un’area intensiva per le madri in condizioni critiche e uno spazio per la stabilizzazione dei neonati. Saranno inoltre realizzate aree di degenza per il periodo pre e post natale, fondamentali per garantire sicurezza e continuità delle cure. Il progetto include anche un’ambulanza e tutte le infrastrutture di supporto necessarie per il corretto funzionamento del centro, come un generatore elettrico, un sistema Ups per la stabilità dell’alimentazione energetica e un impianto per l’approvvigionamento idrico». «Questa iniziativa – la conclusione della vice presidente – rappresenta un segno concreto di impegno a favore della vita e della dignità umana, e un esempio di come la solidarietà possa tradursi in azioni tangibili al servizio dei più vulnerabili. Esprimiamo il nostro sentito ringraziamento alla Cei per il prezioso sostegno e a tutti coloro che, con passione e dedizione, contribuiscono ogni giorno alla realizzazione della nostra missione». Sul sito www.pace-onlus.com è possibile contribuire all’opera dell’associazione.

Marco Rezzani

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