Buttafuoco, identità locale

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Sabato scorso a Canneto il l’evento sul vino “bandiera” dello Sperone di Stradella

CANNETO PAVESE- Il “modello Buttafuoco” esempio di coesione e identità per tutto l’Oltrepò del vino. Questo il messaggio uscito, sabato scorso, dal convegno ospitato nella sede del Buttafuoco Storico di Canneto Pavese in occasione del 29° compleanno del Club dedicato al rosso “bandiera” dello Sperone di Stradella. «Ai 17 soci auguriamo di proseguire sulla strada di successo intrapresa nella produzione di questo vino di qualità e dalla forte identità sui mercati nazionali e internazionali» – ha detto la sindaca di Canneto Pavese, Francesca Panizzari, anche a nome dei colleghi di Broni, Castana e Montescano presenti. L’assessore regionale Elena Lucchini, poi, ha sottolineato l’abilità del Club «di aver saputo fare squadra, perché credo che oggi sia molto importante trovare unità di intenti nel mondo del vino, che è il nostro fiore all’occhiello». Nel saluto che ha preceduto il convegno, moderato dal giornalista Ermanno Bidone, il presidente del Club del Buttafuoco Storico, Massimo Piovani, ha ribadito che «la rotta del veliero prosegue a vele spiegate, con l’obiettivo principale di raccontare questo territorio». Il direttore del Consorzio tutela vini Oltrepò Pavese, Riccardo Binda, ha annunciato che, con la modifica dello statuto dell’ente, è stata inserita anche la tutela e la promozione della denominazione Buttafuoco che prima non era prevista: «Il Buttafuoco è una delle poche eccellenze che funzionano perché ha un nome non confondibile con altre denominazioni, è identitario, legato a un territorio ben definito e addirittura alla singole vigne e ha dimostrato grande coesione e unità tra i produttori. ha detto Binda – Il suo modello deve essere preso da esempio su tutto il territorio». Un concetto ripreso anche da Marta Sempio, presidente di Confagricoltura Pavia e consigliera della Camera di Commercio Cremona-Mantova-Pavia: «I modelli di valore straordinari sono un faro e una rotta che ci possono dare quello spunto per realizzare cose grandi, che il nostro territorio si merita» – ha affermato. Per Fabiano Giorgi, presidente del Distretto del vino di qualità, «il Club del Buttafuoco storico come il Distretto sono la dimostrazione dell’importanza dei produttori di filiera nei processi decisionali del territorio». Al convegno è intervenuto anche il vicepresidente del Senato, Gianmarco Centinaio: «Ho creduto nel progetto Buttafuoco dal primo momento. ha ricordato – Continuo a pensare che la forza di questo progetto sia quello di essere identificativo di un territorio che sta crescendo bene».

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