Beata Eugenia Ravasco

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Chiudiamo il 2021 scoprendo la figura della beata Eugenia Ravasco che la Chiesa ricorda il 30 dicembre. La fondatrice della congregazione delle Figlie dei Sacri Cuori di Gesù e di Maria è stata beatificata il 27 aprile del 2003 da Giovanni Paolo II, al termine di una causa durata 55 anni. Nacque a Milano il 4 gennaio 1845, terza di sei figli in un’agiata famiglia di origini genovesi. Nel 1848, dopo la morte della giovane moglie, il padre ritornò a Genova con il primogenito e l’ultima figlia. Eugenia fu affidata alle cure della zia, presso cui rimase fino al 1852, quando si ricongiunse con la famiglia nel capoluogo ligure. Nel 1855 rimasta orfana anche di padre rimase a vivere con gli zii. Il 21 giugno 1855 ricevette la Prima Comunione e la Cresima e da allora si sentì attratta dall’Eucaristia, che poi divenne uno dei cardini della sua spiritualità, insieme al culto del Cuore di Gesù e di Maria Immacolata. Fin dall’adolescenza donò ai poveri e ai bisognosi. Quando la zia avviò i preparativi per farla sposare, lei pregò il Signore di mostrarle la sua vera strada. Il 31 maggio 1863, nella chiesa di santa Sabina in Genova, ricevette l’invito divino a «consacrarsi a fare il bene per amore del Cuore di Gesù» e decise di rifiutare il matrimonio, scatenando le rimostranze dei parenti e il disprezzo delle amiche. Si dedicò agli altri nelle parrocchie e negli ospedali genovesi e nel 1867 entrò a far parte delle Dame di S. Caterina di Portoria, dedite alle visite ai degenti dell’Ospedale di Pammatone. Il 6 dicembre 1868, a 23 anni, fondò la Congregazione religiosa delle Figlie dei Sacri Cuori di Gesù e di Maria, con la missione di “fare il bene” specialmente alla gioventù. Nacquero le scuole, l’insegnamento del catechismo, le associazioni e gli oratori. Nel 1878, in un’epoca di aperta ostilità alla Chiesa, la beata aprì la sua “Scuola Magistrale Normale Femminile”, con lo scopo di preparare “maestre cristiane” per la società. Nel 1884 fece la professione perpetua. Si adoperò per lo sviluppo e il consolidamento del suo Istituto approvato in diocesi nel 1882. Nel 1892, un anno prima della Rerum Novarum di Papa Leone XIII, costruì, in piazza Carignano, la “Casa per le giovani operaie” della città. Nel 1898 per le ragazze lavoratrici fondò l’associazione di S. Zita. Contemporaneamente, costruì il “Teatrino” per i momenti di svago delle giovani dell’Oratorio e delle numerose associazioni dell’istituto. Consumata dai sacrifici morì a 55 anni, nella Casa Madre di Genova, la mattina del 30 dicembre 1900.

Daniela Catalano

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