Beata Clelia Merloni

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Il 21 novembre la Chiesa ricorda la Beata Clelia Merloni, religiosa italiana fon- datrice delle Suore Apostole del Sacro Cuore di Gesù, beatificata a Roma nella basilica di San Giovanni in Laterano, il 3 novembre del 2018.

Clelia (Cleopatra Maria) nacque a Forlì il 10 marzo 1861 da Teresa Brandinelli e Gioacchino Merloni, un industriale. Orfana di madre a soli tre anni, fu affidata alle cure del padre e della nonna materna. Il padre nel 1866 si trasferì a Sanremo, dove fondò una fiorente industria e fece frequentare a Clelia l’Istituto delle Figlie di Nostra Signora della Purificazione a Savona. Nel cuore della giovane cominciò a maturare una convinta vocazione religiosa. Il 14 agosto 1892 entrò nella Congregazione delle Figlie di Santa Maria della Provvidenza, fondata da don Luigi Guanella. Alla fine del 1893 si ammalò gravemente di tubercolosi e fece la solenne promessa che, se fosse sopravvissuta alla malattia, avrebbe fondato un’opera per onorare il Sacro Cuore di Gesù. Dopo una settimana, era completamente guarita.

Nel 1894, assieme a due compagne si recò a Viareggio, una città che vide in sogno e dove fondò la congregazione delle Apostole del Sacro Cuore di Gesù, dedite all’assistenza ai fanciulli, ai bisognosi e ai migranti. Il 30 maggio 1894 Padre Serafino Bigongiari, frate minore, inaugurò il nuovo istituto con le tre prime Apostole, impegnate a sostenere la missione di far conoscere a tutti il Sacro Cuore di Gesù. Finita in miseria a causa dell’amministratore dei beni ereditati dal padre e chiusa la casa di Viareggio, arrivò ad Alessandria nel 1899 con alcune Apostole, in una casa presa in affitto. In questi anni si impegnò a formare le sedici suore rimaste alla preghiera, al servizio dei poveri e allo studio del catechismo. Nel 1900, Mons. Giovanni Battista Scalabrini le offrì la possibilità di andare nella sua città a Piacenza e il 10 giugno dello stesso anno approvò le Costituzioni della congregazione. A causa di numerosi contrasti e di calunnie, madre Clelia, però, tornò ad Alessandria nel marzo 1904 e vi rimase fino al 24 giugno 1916.

Scrisse la “Regola”, le Costituzioni e il libro delle preghiere.

Madre Clelia era solita dire: «Portate in tutto il mondo un raggio della tenerezza del cuore di Gesù». Nel 1916 chiese la dispensa dei voti e si allontanò dalle sue Figlie. Iniziarono per lei gli anni duri dell’esilio e un vero e proprio esodo. Ormai anziana e malata, ottenne di essere riaccolta nell’istituto da lei fondato. Morì il 21 novembre 1930 nella Casa generalizia a Roma, dove sono conservati i suoi resti mortali.

Daniela Catalano

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