Al santuario di Montespineto

Visualizzazioni: 19

Di Pier Luigi Feltri

Maggio, il mese dedicato alla Vergine, ci invita a riscoprire luoghi di fede incastonati nel cuore della nostra Diocesi, scrigni di storia e spiritualità che offrono un rifugio di pace e bellezza. Questa settimana il nostro viaggio ci conduce al santuario di Montespineto: un’oasi di devozione situata sopra un colle dominante, a 459 metri di altitudine: l’ultimo contrafforte dell’Appennino Ligure posto tra la valle Scrivia e la val Borbera. La storia di Montespineto affonda le sue radici nel pieno Medioevo. Nel 1155, durante le sue campagne militari in Italia, Federico Barbarossa attaccò Tortona e una delle sue truppe raggiunse e distrusse Stazzano. La popolazione locale, per sfuggire alla violenza, trovò rifugio sulle pendici del Monte Spineto (allora noto come Monte Arimanno), invocando la protezione della Vergine in un atto di disperata fede che, secondo la tradizione, salvò gli Stazzanesi. Secoli dopo, nel 1620, una nuova prova si presentò per questi territori: l’incursione dell’esercito francese. Gli abitanti del luogo fecero un nuovo voto solenne alla Madonna. Se la guerra avesse risparmiato le loro case e le loro famiglie, avrebbero ripristinato il santuario, all’epoca caduto in disuso, e tributato ogni onore alla Vergine per la grazia ricevuta. Eressero una croce sulla cima del monte, ricoperto di biancospini. E così venne a manifestarsi un evento prodigioso: una colomba bianca, che sorvolava da giorni il sito, si posò sopra uno di questi arbusti, che fiorì miracolosamente fuori stagione. Una ragazza del luogo, sordomuta dalla nascita, notò l’accadimento e riacquistò improvvisamente la parola. La colomba restò otto giorni sospesa sul cespuglio, mentre la notizia dell’evento si diffondeva rapidamente, attirando una folla di fedeli. Tra questi il vescovo di Tortona, Mons. Paolo Arese, che constatato l’evento ordinò la costruzione del nuovo santuario. L’altare maggiore sarebbe sorto in corrispondenza del biancospino miracoloso. Oggi la struttura accoglie i visitatori con la sua semplicità e sacralità. All’interno diviso in tre navate, la statua della Madonna Bianca, scolpita in marmo, seicentesca, rappresenta il cuore spirituale del santuario. All’esterno, la Via Crucis che sale lungo il pendio del monte conduce i pellegrini verso la Scala Santa, da percorrere in ginocchio ricordando simbolica- mente gli ultimi passi di Cristo. Per informazioni sulle liturgie si può consultare il sito montespineto.wordpress.com che ospita anche interessanti approfondimenti.

pierluigi.feltri [at] gmail.com

Commenti: 0

Il tuo indirizzo mail non sarà reso pubblico. I campi obbligatori sono segnati con *