Acutis e Frassati saranno santi insieme
La canonizzazione domenica 7 settembre in piazza San Pietro: due giovani, due testimoni della fede che indicano al mondo la strada della fraternità
DI DANIELA CATALANO
Domenica 7 settembre alle ore 10 in piazza San Pietro a Roma si terrà la celebrazione eucaristica nella quale saranno canonizzati insieme Carlo Acutis (1991-2006) e Pier Giorgio Frassati (1901-1925). L’informatico e il terziario domenicano, il millennial e lo studente, due giovani laici, due beati che saranno elevati agli onori degli altari. A scegliere la data è stato Leone XIV che, il 13 giugno, nel suo primo Concistoro ordinario pubblico, ha annunciato che le due canonizzazioni, inizialmente previste separate nell’ambito del Giubileo 2025, sarebbero state unificate, in seguito alla morte di Papa Francesco. Acutis, mancato a soli 15 anni, noto per aver utilizzato il suo talento informatico per diffondere online la devozione eucaristica, e Frassati, scomparso a 24 anni, che ha saputo unire studio, carità, alpinismo e impegno civile in una testimonianza cristiana piena di entusiasmo, diventeranno santi insieme, perché entrambi sono testimoni autentici della “Speranza che non delude”. Due giovani, di epoche diverse e dal vissuto assolutamente differente, ma uniti dal forte amore a Cristo e dalla capacità di trasmetterlo a quanti hanno incrociato il loro cammino. I due beati ricordano al mondo che la santità è possibile, qui e ora, nelle aule scolastiche, nelle strade, nel volontariato, nella fatica quotidiana di amare l’altro. Il loro esempio è un invito a rompere le barriere dell’indifferenza, a costruire ponti tra i popoli. Carlo e Pier Giorgio, insieme, indicano una sola direzione, quella della fraternità, l’unica che può portare alla pace vera e duratura. Frassati, nato all’inizio del ’900, era un giovane studente torinese, impegnato in molti ambiti ecclesiali, terziario domenicano, attivo nell’Azione Cattolica, con gli universitari della F.U.C.I e nei gruppi Vincenziani. Beatificato da san Giovanni Paolo II nel 1990, è uno dei più noti e amati beati tra le nuove generazioni di cattolici ed è annoverato tra i santi “sociali” piemontesi per la sua vita donata completamente ai più bisognosi. Figlio di Alfredo Frassati, che fu direttore della Stampa di Torino, Piergiorgio è conosciuto anche come “il santo delle vette”, perché amava scalare le montagne, per guardare meglio il cielo. Come ha affermato Papa Leone durante il giubileo degli sportivi, «la sua vita, semplice e luminosa, ci ricorda che, come nessuno nasce campione, così nessuno nasce santo». Per l’Azione Cattolica la sua figura è un punto di riferimento per tutti gli associati nella Chiesa e nel mondo. Per questo motivo l’A.C. ha previsto due appuntamenti in preparazione alla canonizzazione che si terranno sabato 6 settembre a Roma. Alle ore 17, presso la Libera Università di Maria SS. Assunta (Lumsa), in Borgo Sant’Angelo, l’incontro sulla figura del beato, mentre alle ore 20.30, presso la basilica di San Giovanni dei Fiorentini, la veglia di preghiera. Carlo Acutis, nato a Londra nel 1991 da una famiglia italiana e cresciuto a Milano, fin da piccolo ha mostrato una profonda devozione e una straordinaria sensibilità spirituale. Era un ragazzo come tanti: appassionato di informatica, calcio e videogiochi, ma con una fede forte e concreta, che viveva nella quotidianità. È morto a 15 anni a Monza per una leucemia fulminante e, per suo desiderio, è stato sepolto ad Assisi nella chiesa di Santa Maria Maggiore, il santuario della Spogliazione. È stato beatificato il 10 ottobre 2020. Il 7 settembre, in onore dei due giovani, saranno emessi anche due francobolli. Per il primo è stato scelto un ritratto opera del pittore Alberto Falchetti, mentre per il secondo uno scatto fotografico di Carlo Acutis, con indosso una maglietta rossa e uno zaino sulle spalle, mentre si trovava sul monte Subasio. La canonizzazione di Acutis e Frassati diventa un invito forte e chiaro a riscoprire la bellezza di una vita donata, a non avere paura della coerenza e dell’amore radicale e a non restare indifferenti davanti al dolore altrui. La loro è una santità concreta e profondamente radicata nell’amore per Dio e per l’umanità. Entrambi hanno incarnato la Chiesa “in uscita”, che sa annunciare con gioia il Vangelo. Nel tempo del Giubileo della Speranza, l’umanità potrà affidarsi con fiducia a due santi che hanno vissuto “con lo sguardo rivolto all’eternità e le mani impastate nel servizio”.