Senti come parla…

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Di Carlo Zeme

Stiamo facendo merenda con i primi mandarini che sono un campanello d’allarme che ci ricorda che il freddo è alle porte; stiamo togliendo la buccia con un metodo che è un misto tra un’operazione chirurgica e un bagno di polpa di piccole dita che s’infilano tra gli spicchi; finiamo il lavoro e dal seggiolone sentiamo esclamare forte chiaro: «Toppe». Cosa avrà voluto dire Margherita? Cosa sono queste toppe di cui parla? Quando ha avuto modo di frequentare qualche sarto e in particolare di discutere di tecniche di riparazione di maglioni sui gomiti? Io e Melina ci guardiamo incuriositi, avanziamo alcune ipotesi e infine arriva l’illuminazione: «Guarda che Margherita imita il pa- pà quando dice: top… nel tentativo di milanesizzarla». È proprio così, le radici di confine tra Lombardia e Piemonte mi portano a usare un gergo un po’ zoppicante da milanese di provincia che non ce l’ha fatta. L’esclamazione in questione, a metà strada tra un paninaro e un businessman, mi compiace ma allo stesso tempo mi fa riflettere: stai a vedere che siamo entrati nella celebre fase in cui bisogna stare molto attenti a quello che si dice? Più che attenti forse dobbiamo pesare le parole e ragionare sul fatto che Margherita non è un semplice pappagallo di due anni, ma una bimba che si diverte a scoprire mondi nuovi capendo i modi con cui vengono dette alcune cose e in quali circostanze. Spesso siamo fiumi di parole che vogliono a tutti i costi riempire i silenzi, eppure Margherita ci sta insegnando che non per forza dobbiamo dire qualcosa, semmai dobbiamo provare a dare spiegazioni quando viene vietato l’uso di un oggetto o l’apertura di quel cassetto e non scoraggiarsi se dall’altra parte l’espressione del volto sembra essere semplicemente a forma di punto interrogativo. Sarebbe più semplice rispondere «no» ai perché oppure con «tu non ripetere perché è una cosa da grandi…» ma poi sappiamo già come andrebbe a finire, verremmo smascherati in pochi secondi. Da oggi prometto che starò più attento al vocabolario, pronto a costruirne uno nuovo… di famiglia.

carlo.zeme [at] gmail.com

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