Cani volanti? Non è il caso!

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Di Silvia Malaspina

Cari i miei Moka e Honey, negli ultimi giorni siete stati i protagonisti, involontari e inconsapevoli, di una rivoluzione nel mondo dell’aviazione civile: primi cani di taglia superiore ai 10 kg a viaggiare non nella stiva dell’aereo, ma in cabina accanto ai proprietari. Sul volo ITA Airways Milano-Roma del 23 settembre siete stati fatti accomodare in uno spazio vicino al finestrino, dotato di ciotola per l’acqua e traversina assorbente: i vostri entusiasti padroni, intervistati all’arrivo, hanno riferito che avete viaggiato sereni e che non si è riscontrato alcun problema di convivenza con gli altri passeggeri. Cari Moka e Honey, la mia iniziale reazione è stata entusiasta: innamorata convivente da 15 anni con una meticcia di 22 kg (quando è in forma!), ho pensato che avrei potuto portarla con me ovunque, ma, riflettendo, mi sono chiesta: siamo sicuri che sia giusto imporre a voi quadrupedi lo stress di affrontare la fila per il check in, il trasbordo sull’aereo, la pressurizzazione della cabina, il decollo, i vuoti d’aria, il cambio di pressione nell’atterraggio? Ci sono poi gli aspetti legati alla condivisione degli spazi con i passeggeri umani: cosa accadrebbe se uno di voi, per manifestare una forma di disagio o di gioia, si mettesse ad abbaiare? Sarebbe in un attimo imitato da tutti gli altri, trasferendo ad alta quota il tam tam ululante de La carica dei 101, arrecando disturbo e compromettendo il comfort in volo. E che dire del fatto che voi cagnoloni non potreste usufruire della toilette, ma dovreste espletare i bisogni open air? Anche il Codacons condivide i medesimi dubbi: «L’ingresso dei cani di grande taglia in cabina è una misura che non convince»; inoltre alle compagnie aeree non sono state fornite, al momento, indicazioni più dettagliate in materia, lasciando quindi alla discrezione la risoluzione di problemi non di poco conto, come ad esempio dove sistemare i passeggeri che non amano i cani o presentano allergie al pelo animale. Insomma, cari Moka e Honey, ho l’impressione che questo radicale cambiamento nelle modalità di volo non sarà né semplice, né veloce. Inoltre ritengo che noi pet friendly non abbiamo il diritto di imporre il nostro pensiero: possiamo manifestare l’attaccamento ai nostri animali d’affezione adeguandoci alle loro esigenze, non umanizzando, egoisticamente, cani, gatti & C. Possiamo scegliere mete raggiungibili in auto, magari anche in traghetto, così che voi possiate viaggiare in sicurezza e agio, oppure affidarvi a un coscienzioso dog sitter per poi ritrovarvi, sereni e scodinzolanti, al nostro rientro.

silviamalaspina [at] libero.it

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