L’amore della Madonna conduce nell’abbraccio del Signore

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Lourdes. Dal 25 al 30 luglio si è svolto il pellegrinaggio diocesano dell’O.F.T.A.L. guidato da Mons. Guido Marini, insieme ai malati, alle dame, ai barellieri e ai pellegrini. Sono stati giorni intensi di preghiera e condivisione ai piedi di Maria

LOURDES – Si è concluso ieri, mercoledì 30 luglio, il pellegrinaggio dell’Oftal a Lourdes e il cuore è ancora ricolmo della bellezza e della gioia di un’esperienza che ogni anno si rinnova e che rappresenta un momento significativo e importante della vita diocesana.

Il 25 luglio circa 200 pellegrini, malati, dame e barellieri oftaliani, con 6 sacerdoti e due seminaristi, accompagnati dal vescovo Mons. Guido Marini, sono partiti alla volta della cittadina dei Pirenei, il luogo dove il cielo ha toccato la terra, dove la preghiera si fa canto, lacrima, luce. Un viaggio dell’anima, fatto di emozioni potenti e intime, vissute insieme, uniti dalla fede e dall’amore reciproco.

Nel pomeriggio di sabato 26 il vescovo ha celebrato la Messa di apertura del pellegrinaggio nella cappella di Saint Joseph, il primo di una serie di momenti di preghiera e di ascolto, sui passi di Ma- ria. Al termine tutto il gruppo, si è recato sulla riva del fiume Gave, per passare sotto la Grotta, ai piedi della Madonna, e affidarsi alla sua potente intercessione, poi, dall’altra parte del corso d’acqua, si è ritrovato nell’area dove sono posi- zionate le candele per accendere il cero a nome di tutta la Diocesi. La cerimonia è stata l’occasione per affidare al Signore l’Oftal, i malati, i pellegrini e quanti sono rimasti a casa e hanno chiesto preghiere a coloro che partivano. Insieme al vescovo, ad accendere il cero sono stati l’assistente spirituale dell’Oftal, mons. Marco Daniele, e il presidente diocesano, Carlo Cebrelli. La foto di gruppo a ricordo del viaggio è stato l’ultimo atto del primo pomeriggio lourdiano. Dopo cena, l’appuntamento per tutti è stato nella sala dell’Accueil “Marie Saint-Frai”, la struttura che che ospita i malati, per una serata all’insegna dell’allegria e della condivisione. Don Claudio Baldi, all’inizio, ha tratteggiato con precisione e chiarezza la storia di Lourdes, il luogo dove Bernadette Soubirous, giovane e umile pastorella, ebbe 18 apparizioni della Vergine Maria, a partire dall’11 febbraio 1858 e fino al 16 luglio dello stesso anno. Fu proprio durante una di queste visioni che la Madonna le disse: «Io sono l’Immacolata Concezione». Una rivelazione semplice e allo stesso tempo sconvolgente, che cambiò per sempre la vita di Bernadette e di milioni di fedeli. Dopo l’introduzione del sacerdote, è intervenuto mons. Paolo Angelino, presidente generale dell’Oftal, che ha salutato il pellegrinaggio diocesano e ha avuto parole di affetto per tutti i partecipanti. Al termine è stata consegnata la medaglia lourdiana ai barellieri e alle dame che erano al primo o al secondo viaggio. A loro, e poi a tutti i presenti, sono stati donati alcuni semi da piantare. Segno della cura e della dedizione da dedicare ai “piccoli” per far crescere la vera cultura del sostegno reciproco.

La giornata di domenica è iniziata con la S. Messa “internazionale” nella basilica sotterranea “San Pio X”, presieduta dall’Arcivescovo di Westminster, il Card. Vincent Nichols. Pellegrini, ammalati, volontari, sacerdoti e vescovi giunti da tutto il mondo si sono ritrovati a pregare insieme, uniti dall’anelito di ricevere Cristo nel proprio cuore. Il grande spazio ha accolto migliaia di persone che in lingue diverse hanno innalzato la lode al Signore e alla Madonna. Nel pomeriggio, tutti i partecipanti si sono dati appuntamento con il vescovo nella grande prateria sulle sponde del Gave per la Via Crucis che è stata vissuta con attenzione e raccoglimento. Mons. Marini, prima della conclusione, ha sottolineato come rinnovare questa devozione significhi rimanere a contemplare il crocifisso sulla via del calvario, per comprendere dal profondo del cuore quanto è stato buono il Signore con ciascuno di noi. Al termine il vescovo e i sacerdoti del pellegrinaggio – mons. Daniele, don Claudio Baldi, don Stefano Ferrari, don Pietro Bezzi, don Federico Nkurunziza e padre Filippo Betzu – si sono messi a disposizione per il sacramento della Riconciliazione. La serata è stata caratterizzata dalla partecipazione alla commovente processione “aux flambeaux”, un appuntamento unico di Lourdes, nel quale pellegrini da tutto il mondo sfilano nella grande spianata del santuario, con le candele accese e cantando la tradizionale “Ave Maria”, in un immenso inno di lode alla Vergine.

Nella mattinata di lunedì 28 luglio, dopo la preghiera della Via Crucis per il personale al mattino presto, pellegrini, malati e volontari si sono ritrovati nuovamente nella basilica “San Pio X”, in un altare laterale, per la S. Messa. Nell’omelia, Mons. Marini ha ricordato una frase di santa Bernardette che diceva a Gesù: “Tu sei il mio onore, tu sei il mio incanto, tu sei il mio spirito, tu sei il mio cuore, tu sei colui che amo. Tu sei la mia patria, tu sei il mio cielo sulla terra, tu sei il mio tesoro, il mio amore, la mia felicità” e ha esortato sul suo esempio a “respirare sempre Cristo” a stare sempre vicini a Gesù: «Nutritevi del suo corpo e del suo sangue. – ha affermato – Ascoltate continuamente la sua parola. Tenetelo stretto a voi. Guardatelo, contemplatelo nel suo essere crocifisso per la vostra salvezza». E per fare questo ha invitato a guardare a Maria, perché da Lei si può imparare la bontà infinita del Signore. «Andiamo a Maria, perché Maria ci riporterà a Gesù Cristo – ha concluso – e ci farà di nuovo godere della bellezza, dell’amore del Signore per noi». Prima della benedizione finale, il vescovo ha rivolto un pensiero speciale ai malati, ringraziandoli per la loro testimonianza e per la loro presenza. Come Bernadette, infatti, sono stati capaci di scoprire nella propria malattia «una chiamata del Signore e un disegno di amore che il Signore ha sulla vita». Ha esortato tutti a non dimenticare mai, soprattutto nel momento della sofferenza, che esiste un progetto di provvidenza del Signore e a non lamentarsi della propria situazione, riconoscendo, invece, la bontà di Dio che non viene mai meno nell’esperienza di vita di ogni suo figlio. Dopo la Messa, si è svolto il rito dell’acqua alle Piscine di Lourdes in segno di purificazione. Nel pomeriggio, all’altare di santa Bernadette, si è svolta la celebrazione degli anniversari. Un momento significativo nel quale sono ricordati delle date significative per alcuni partecipanti. Quest’anno, in particolare, sono stati ricordati gli anniversari di matrimonio di Gianni Ripamonti e Anna Campi (30 anni), Giampaolo Toccalini e Mariangela Rebollini (25 anni), Salvatore e Palmira Paradisi (39 anni), Ferdinando e Vincenza Pollina (50 anni), Gianfedele e Luciana Guarnaschelli (58 anni) e quelli di assistenza nei viaggi con l’Oftal. Franca Maria Bruni e Mario Nipoti hanno realizzato 50 viaggi come dama e barelliere, mentre la dama Maria Gallo ha raggiunto i 20 anni di presenza in consiglio diocesano dell’Oftal. Di grande importanza l’anniversario che ha ricordato suor Luigina Traverso. Esattamente 60 anni fa, nel 1965, infatti, la religiosa che all’epoca aveva 31 anni, ha ricevuto a Loudes il miracolo della guarigione, ufficialmente riconosciuto dalla autorità ecclesiastiche come il 68° compiuto dalla Madonna. Suor Luigina, che è sempre presente ai pellegrinaggi, su invito del vescovo, ha raccontato la sua straordinaria storia. Alle ore 17 si è tenuta la Processione Eucaristica, presieduta da Mons. Guido Marini. L’Eucarestia, al centro della processione, è stata portata tra la gente, segno tangibile della presenza di Cristo. I malati, assistiti con dedizione dai volontari, hanno vissuto con grande emozione questo momento di preghiera collettiva. In serata l’adorazione eucari- stica nella cappella dell’Accueil St. Frai è stata l’occasione per stare davanti al Signore in un silenzio colmo di gratitudine.

Martedì mattina, poi, il pellegrinaggio si è concluso con la celebrazione eucaristica alla Grotta di Massabielle, presieduta dall’arcivescovo di Salerno, Mons. Andrea Bellandi, che ha definito Lourdes come “la Betania dell’umanità ferita, un luogo dove Gesù si lascia toccare attraverso Sua Madre con la nostra miseria”. Il pellegrinaggio, vissuto in clima di unità, insieme al Pastore diocesano, è stato un cammino interiore, una carezza dell’anima, una sorgente di luce e speranza nella vita di chi ha partecipato e ha affidato sofferenze, malattie, ansie e speranze alla Vergine Maria. Da Lourdes si torna cambiati, arricchiti e con il cuore colmo di autentica gioia, perché, come Berna- dette, si è avvolti dall’amore della “Bella Signora”.

Daniela Catalano (Foto: Luca Sturla)

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