Ancora un rinvio per l’ex Ilva

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L’incontro a Roma si è concluso con lo slittamento della decisione al 31 luglio. Intanto lo stabilimento di Novi Ligure non riparte fino al 31 agosto

NOVI LIGURE – Ennesimo rinvio per la decisione finale riguardante il piano di decarbonizzazione dell’ex Ilva, oggi Acciaierie d’Italia. Martedì 15 luglio si è tenuto un nuovo incontro al Mimit tra governo, istituzioni locali e sindacati nel quale il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha presentato alle parti il piano di decarbonizzazione che prevede la produzione di 8 milioni di tonnellate di acciaio all’anno e la costruzione di tre forni elettrici presso il sito di Taranto, per una capacità complessiva di 6 tonnellate annue, e uno presso lo stabilimento di Genova, con una capacità di circa 2 milioni di tonnellate annue. È stata confermata anche la realizzazione fino a quattro impianti per il preridotto (dri) necessario ad alimentare i forni elettrici. A bloccare, però, l’iter decisionale è stato il discorso legato al progetto di realizzazione di un rigassificatore che non convince del tutto gli enti pugliesi. All’ennesimo rinvio, si aggiunge anche la notizia della riapertura della gara per la vendita del colosso siderurgico italiano che sembra ormai confermare lo stallo delle trattative con il gruppo azero Baku Steel. Il nuovo bando per trovare altri potenziali acquirenti sarà aperto il primo di agosto e terrà conto anche del piano di decarbonizzazione, la cui decisione finale è stata rinviata al 31 luglio. Intanto, i sindacati ribadiscono che non potrà esserci nessun percorso di transizione senza continuità produttiva e occupazionale. «Servono le risorse necessarie per poter rilanciare gli impianti e avviare il processo di decarbonizzazione. – spiegano dalla Fiom Cgil – Senza le manutenzioni ordinarie e straordinarie non è possibile garantire la salute e la sicurezza. La transizione si fa con le lavoratrici e i lavoratori. Occorre mettere il lavoro al centro della ripartenza dell’ex Ilva. La soluzione per noi è negoziare un piano di transizione di un’azienda a capitale pubblico che gestisca la transizione verso la de- carbonizzazione, con le lavoratrici e i lavoratori. È arrivato il momento di passare dalle parole ai fatti, non c’è tempo di aspettare un altro bando per fare la decarbonizzazione». Situazione critica anche nello stabilimento di Novi Ligure, fermo dal 14 luglio per mancanza di rifornimenti da Taranto, dove attualmente è in funzione un solo altoforno. La produzione nello sta- bilimento novese non riparte fino al 31 agosto, a parte per i lavori di manutenzione. Il sindaco di Novi Ligure, Rocchino Muliere, ha lanciato un appello affinché la questione venga affrontata il prima possibile e con serietà, ribadendo che non si tratta solo di una tema locale, ma del futuro dell’industria italiana.

Federica Riccardi

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