Troppa melassa per la mamma

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di Maria Pia e Gianni Mussini

Gianni apre il sito di Amazon in cerca di un regalo per la mamma di casa. Trova epilatori, creme di bellezza, magliette con cuoricini e frasi dolci, cioccolatini e persino whisky… Di gran moda le “rose stabilizzate” e bordate d’oro: come a dire dei cadaveri di fiori perfettamente imbalsamati e vestiti a festa. Cose analoghe negli altri canali di vendita e nella pubblicità sui media.

Niente di cui scandalizzarsi: dopotutto, nonostante la crisi, la società dei consumi ha enormemente ridotto la povertà, tanto che per fare il parmigiano siamo costretti a importare dall’India dei casari sikh. Un po’ di consumismo è dunque il benvenuto, come a Natale, Pasqua e nelle altre feste comandate (che anche nei bei tempi andati si festeggiavano con mangiate e bevute, mica solo dal prete a Messa).

Quello che ha colpito Gianni e Maria Pia è però la quantità industriale di melassa che ancora una volta si è prodotta per la Festa della mamma. Una melassa più velenosa dell’arsenico, perché addormenta le coscienze e persino il senso estetico.

E sì che sulla mamma ce ne sarebbero di spunti seri di riflessione. Nel suo romanzo 1984 George Orwell prefigura un mondo dominato da un “Grande Fratello” (di qui il nome del fortunato reality) capace – grazie a una rete sistematica di telecamere – di controllare la popolazione in ogni minimo comportamento individuale. Un regime di terrore, ispirato allo stalinismo sovietico, in cui la donna serve solo alla riproduzione. Altro che la mamma!

Dall’altra parte c’è l’ipercapitalismo consumistico raccontato – lo abbiamo già visto in questa rubrica – da Aldous Huxley nel Mondo nuovo, altra utopia negativa in cui gli esseri umani, asserviti alla causa della produzione e del piacere, vengono rigorosamente generati in provetta: tanto che il parto naturale è riservato a tribù di selvaggi e mamma è una parola pornografica.

La risposta a queste utopie, tutt’altro che irrealizzabili (in Cina stanno tentando una fusione tra le due) non può essere la retorica dei buoni sentimenti; ma quella, virile e cristiana, che si fonda sulla libertà dei figli di Dio. Dice santa Teresa di Calcutta che ognuno viene al mondo con un grande scopo: amare ed essere amato.

La mamma è proprio questa cosa qui: la persona che ci ha aiutato a capire la gratuità dell’amore e ci ha lasciato liberi di sperimentarla nella vita adulta per migliorare il pezzetto di mondo che abitiamo. Ecco un altro spunto serio per una festa seria come quella della mamma.

E la storia del regalo? Gianni ha risolto il problema alla sua maniera: un fascio di papaveri fiammeggianti colti nel campo vicino a casa. Lo sa che sono i fiori preferiti da mamma Maria Pia!

cantiamolavita@katamail.com

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