Tremate, i saldi son tornati!

Visualizzazioni: 737

Circa mezzo secolo fa le donne, che negli anni caldi delle rivendicazioni femministe urlavano in piazza questo slogan con “le streghe” al posto dei “saldi”, erano abbigliate in modo spartano, con un onnipresente eskimo che veniva indossato da ottobre a maggio.

Oggi quella stessa generazione e quelle che ne sono seguite, si applicano coscienziosamente, con cadenza semestrale, alla campagna saldi. Appunto.

Dalle prime settimane di gennaio i negozi hanno provveduto a pubblicizzare il ribasso dei prezzi con convincenti grida pubblicitarie: come non restare abbagliate da inviti così ammiccanti?

L’atteggiamento che noi signore assumiamo in questo frangente, passa, come la nefasta pandemia che ci affligge, attraverso tre fasi.

Fase 1: la negazione.

Come da tradizione, all’inizio del periodo dei saldi, ci si attiene a un buon proposito: «Non mi serve nulla. Ho l’armadio che sta per scoppiare: giuro che non cadrò in tentazione!». Si persevera in questa fase, fioretto quaresimale anticipato, per un tempo massimo di due settimane; si evitano le passeggiate in centro e ci si dedica a un training autogeno scaccia-shopping.

Fase 2: il tentennamento.

Cediamo all’uscita in centro, sempre animate da angelici propositi: «Ma sì, giusto uno sguardo, intanto ne approfitto per prendere un caffè con l’amica che non vedo da prima di Natale»: è universalmente noto che “guardare e non toccare” sia un precetto molto arduo da attuare e richieda una fermezza di spirito che inizia a zoppicare vistosamente al cospetto di quel cappotto verde acqua che «mi servirebbe proprio, ne ho solo uno blu e uno nero!».

Fase 3: la resa.

Sopraggiunge la letale presa di coscienza che, come affermava quel furbacchione linguacciuto di Oscar Wilde, «l’unico modo per liberarsi di una tentazione è cedervi».

Pertanto «compro solo l’essenziale: una camicia bianca e un paio di pantaloni neri, li acquisto scontati e li indosso fino all’estate, un affarone!».

Peccato che negli espositori, insieme alle classiche camicie bianche, ve ne siano altre di accattivanti fogge e colori, perfette per la primavera che sta per arrivare e che i pantaloni neri siano accoppiati a un altro paio, a scelta, nella formula “prendi due paghi uno”.

Nel volgere poi uno sguardo a quanto presente nei negozi, fanno capolino quella giacca color Tiffany che smorzerebbe un po’ la serietà del pantalone nero e della camicia bianca e quel trench che, per le giornate del capriccioso meteo marzolino, risulterebbe quanto mai appropriato…

Di ritorno dal “giretto per negozi”, emule di Pretty Woman carica di acquisti in Rodeo Drive, quest’anno abbiamo un’attenuante: «Vediamo un po’ quanto sarà il rimborso del cash back…».

silviamalaspina@libero.it

Commenti: 0

Il tuo indirizzo mail non sarà reso pubblico. I campi obbligatori sono segnati con *