Tipi da spiaggia? No, grazie

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di Patrizia Ferrando

L’estate è la bella stagione per antonomasia: purtroppo, però, probabilmente a causa di frequenti fraintendimenti riguardo a cosa significhi rilassarsi e “stare in libertà”, non si può dire che sia anche il tempo delle belle maniere. Pensate solo a quanto con l’espressione “tipi da spiaggia” si indichino personaggi che non brillano né per eleganza né per raffinatezza di modi, e come tale multiforme categoria si ritrovi non solo al mare, ma anche in piscina, al fiume, in agriturismi e luoghi di divertimento con tuffo in genere. Ripassiamo dunque qualche semplice regola per non rientrare fra i suddetti tipi e, nel contempo, ricordiamoci di non deridere, nemmeno con uno sguardo, chi eventualmente ci apparisse ridicolo mentre sta per entrare in acqua.

Partiamo… dall’inizio: sistemarsi sulla sdraio non equivale a riprodurre un accampamento, spargendo borse e ammennicoli vari. In rapida successione, un cenno ai suoni: i cellulari si silenziano, le conversazioni, telefoniche e non, si tengono a un volume decoroso e la musica si ascolta con gli auricolari o senza “spararla”. Le partite di racchettoni o pallavolo, se non trovate un’area dedicata nello stabilimento, improvvisatele guardando preventivamente a chi potrebbe venirne disturbato e contenendo lo spirito agonistico al di sotto di grida da stadio, scene di disperazione e balletti di esultanza, quali che siano i risultati della vostra squadra. Se, come me, non possedete una gran mira, premuratevi di non provocare contusioni a ignari passanti.

Avvertenza semiseria per sirenette e sirenetti: spalmare la crema solare non costituisce un siparietto sexy, scuotere le chiome emergendo dalle onde ricorda più un cane bagnato che la dea Afrodite e cercare di abbronzarsi giacendo sul bagnasciuga può causare improperi di bagnanti o, in alternativa, esporre al rischio di finire calpestati da liete torme di ragazzini. Sempre sulla ricerca del bacio del sole: non occorre sbracarsi in pose scomposte per stare comodi. La stessa compostezza, insieme a ragioni igieniche, impone, quando si va al bar o a pranzo, l’indossare pareo o copricostume per le signore, camicia e calzoncini per i signori. Ancora igiene, rispetto e, ancor di più, buon senso, richiedono di munirsi di sacchetti per contenere qualsiasi rifiuto, a partire dalla terribile cicca di sigaretta. Concludiamo con gli schizzi d’acqua e gli sbuffi di sabbia: noi cercheremo di divertirci senza provocarli e, se capita che qualcuno colpisca noi, di reagire con un sorriso. I censori a tutti i costi non s’intonano alla vera gentilezza.

patrizia.marta.ferrando@gmail.com

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