Specchio delle mie brame…

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di Silvia Malaspina

La regina, matrigna di Biancaneve, si rivolgeva così allo specchio, ossessionata dall’essere “la più bella del reame”: oggi, nel variegato universo femminile, assistiamo a un fenomeno molto simile: la ricerca dell’eterna giovinezza.

Tutte amiamo possedere un aspetto salutare e, perché no, piacente: una buona e curata forma fisica è un dovere precipuamente verso noi stesse e poi verso chi ci sta vicino.

Si è però passato il limite a causa di un indiscriminato ricorso agli “aiutini” chirurgici.

Un tempo questi escamotage erano riservati alle signore dello star system o a coloro che potessero disporre di un ampio margine finanziario: la crescente offerta di professionisti di Medicina estetica ha drasticamente abbassato i prezzi dei trattamenti, rendendoli disponibili a un numero sempre maggiore di donne. In linea teorica non trovo nulla da eccepire su questa prassi, ognuno deve essere libero di perseguire il proprio benessere: sono i risultati a lasciarmi molto perplessa.

Ho intravisto alla tv un’ex starlette, abbondantemente over 50, talmente trasfigurata e rigida da dimostrare addirittura più anni e poter essere a buon diritto esposta in una sala del Museo Egizio.

Mi sono domandata se valga la pena intraprendere un percorso di ringiovanimento attraverso gli interventi chirurgici (che non sono mai del tutto esenti da rischi) o anche solo con le varie “punturine” e filler, per apparire alla fine più anziane della realtà.

È infatti dilagata la moda del “lisciarsi” i lineamenti: anche a me è successo che una conoscente proponesse alcune sedute da una dottoressa che «fa miracoli».

Mi trovo quindi concorde con l’ironica constatazione di un amico: «Sopra i 40 hanno tutte la stessa espressione, devono prestare attenzione a non scollarsi quando ridono»: in effetti, anche se l’uso delle mascherine cela molti tratti modificati, mi sono frequentemente imbattuta in signore che rincorrono disperatamente la “faccia da liceo” di un popolare detto. Ammetto che, viste da lontano, abbiano un certo positivo impatto; a distanza ravvicinata, invece, palesano zigomi da castoro, labbra a canotto, fronti piallate come tavole da surf.

Bisognerebbe introdurre per questa tipologia di interventi lo stesso protocollo in uso per i restauri dei beni vincolati: conservare, non rinnovare!

Ma abbiamo un’alternativa che addolcisca il tempo che scorre?

Essendo fantascienza la rigenerante immersione nella piscina di Cocoon, e non volendo imitare l’immarcescibile Cher che a 75 anni si è ibernata sui 35, potremmo ispirarci a quanto l’attrice Jennifer Aniston, mia coetanea in forma smagliante, molto curata, ma non plastificata, ha orgogliosamente dichiarato: «Compio 52 anni, ma me ne sento 32!».

Allora: «Specchio delle mie brame, adesso rifletti lo spirito più giovane del reame!».

silviamalaspina@libero.it

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