Seconde mani che giocano

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Di Carlo Zeme

Margherita sta giocando con le sue costruzioni preferite, impila un cubetto blu sopra a quello rosso che sta incastrato su di una base gigante tutta verde, poi si ferma e in un secondo distrugge tutto soltanto per il semplice gusto di ripartire da zero e condisce il rumore dei cubetti cadenti con una fragorosa risata soddisfatta. Dopo poco si stanca, si gira sull’immenso tappetone colorato pieno di disegni che narrano di alberi, navi e casette e subito raccoglie un pupazzo, è un piccolo topolino con una maglietta rossa che chiede di ricevere una spinta, lei lo tocca e di colpo comincia la sua camminata e tutte le volte va a finire che Margherita si spaventa anche un po’. Dopo ancora si mette comoda sulla seggiolina azzurra e, appoggiata al piccolo tavolo in salotto, comincia a disegnare pescando i pastelli da un a- stuccio a fiori che sembra senza fondo. Poi suona il campanello e sbuca dalla porta Alberto chiamato da Margherita “Allalbi”, un sorriso grande e le braccia aperte di chi incrocia gli occhi di un affidabile compagno di giochi; Alberto è il cugino grande, grandissimo se la buttiamo sui centimetri e ancora più grande nell’ammirazione per chi sa fare un sacco di cose. Si fionda a giocare con Margherita a suon di colpi di solletico e rotolate per terra. Alberto è generoso e lo sa bene, lo sa perché tutti quei giocattoli sono stati i suoi e in questo momento stanno vivendo una seconda vita. Come Andy, il protagonista del cartone animato Toy Story, riconosce pezzo per pezzo ogni cubetto, ogni pupazzo e ogni particolare sul tappetone. Noi siamo semplicemente grati, c’è molta felicità nel sapere che dei piccoli giocattoli sono in grado di unire intere generazioni e in particolare far tendere le mani di chi sta crescendo insieme. Grati per questa fetta di provvidenza che arriva e non è da accomunare soltanto alle cose concrete e materiali ma anche alla possibilità di condividere del tempo insieme, di avere qualcuno che entra in scena un po’ a sorpresa irradiando il volto di Margherita.

carlo.zeme [at] gmail.com

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