Sant’Emidio

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Il 5 agosto la Chiesa commemora il santo vescovo Emidio che nacque nel 273, da una nobile famiglia pagana di Treviri, città del nord ovest germanico, ai limiti dell’Impero Romano. La sua conversione al cristianesimo avvenne grazie alla predicazione dei santi Nazario e Celso. Grazie a loro diventò catecumeno, fu battezzato a 27 anni e poi si dedicò allo studio delle Sacre Scritture. Con tre suoi amici, Euplo, Germano e Valentino, partì per l’Italia. Valicate le Alpi, scese a Milano, dove incontrò il vescovo san Materno che, dopo averlo conosciuto bene l’ordinò sacerdote. Il giovane partì per Roma e fu accolto, con i suoi compagni, da S. Marcellino papa che, ritenutolo idoneo ad assumere le responsabilità episcopali, lo consacrò e destinò ad Ascoli, che era stata distrutta da Pompeo Strabone. Ricostruita dal figlio Pompeo Magno, era riconosciuta come un metropoli.

Per la strada consolare “Salaria”, che la univa a Roma e al mare Adriatico, era un centro commerciale e militare famoso. Lungo il percorso verso Ascoli, fu informato che non c’erano le migliori condizioni per poter svolgere la sua missione. Volse allora i suoi passi e le sue cure verso l’Abruzzo. Successivamente si recò ad Ascoli e al suo iniziò la sua missione. Predicava, istruiva, confortava i sofferenti, convertiva, battezzava, raggiungendo anche centri fuori di Ascoli; raggiunse infatti Fermo. Dopo appena tre anni d’intenso e fruttuoso lavoro, confortato da prodigi, nel 303, quando ormai tanti pagani si erano convertiti e, tra questi, anche Polisia, la figlia del Prefetto della città, fu catturato dai persecutori, condannato a morte e decapitato nel luogo dove poi sorse il tempietto di “S. Emidio Rosso”. Caduto a terra in un lago di sangue, il martire – secondo la tradizione – raccolse il proprio capo, si alzò e raggiunse l’Oratorio delle Grotte, dove radunava i fedeli per le sacre funzioni e qui si adagiò nel riposo eterno. Alcune persone lo seppellirono in una tomba scavato nella roccia.

Gli ascolani, successivamente, lo esumarono e lo portarono nella cripta sotterranea del duomo di Ascoli Piceno detta cripta di sant’Emidio. È venerato come protettore contro il terremoto. Si racconta che mentre era ancora nella città di Treviri, Emidio fu condotto con la forza, dalla sua famiglia, all’interno di un tempio pagano per rinnegare la sua fede cristiana, ma un improvviso terremoto distrusse il tempio; secondo un’altra versione questo miracolo avvenne ad Ascoli, che eresse, nel 1717, una chiesa dedicata al santo con all’interno la grotta dove morì.

Daniela Catalano

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