Pensioni: meno potere d’acquisto

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Di Cesare Raviolo

Nel 2025 il potere d’acquisto delle pensioni diminuirà ancora. Infatti, in base al decreto Mef (Ministero Economia e Finanze) del 15 novembre 2024, le pensioni saranno rivalutate dello 0,8%, ma il tasso d’inflazione programmato è 1%. In realtà, secondo i dati Istat di agosto, l’inflazione annua era già all’1,6% e quella acquisita per l’anno +1,7%; questi numeri sembrano piccoli, ma nel mediolungo periodo incidono pesantemente sul potere d’acquisto, tant’è che, negli ultimi 14 anni, gli assegni pensionistici hanno perso fino al 21% del loro valore reale. Gli aumenti, calcolati al tasso dello 0,8%, sono scattati dal 1° gennaio 2025. La rivalutazione non è uniforme per tutti i pensionati, ma decresce all’aumentare dell’im- porto della pensione, seguendo un sistema di fasce di reddito. Ad esempio, per una pensione lorda mensile di € 1.000, la rivalutazione dello 0,8% genera un nuovo importo mensile di € 1.008; una pensione di € 2.500 aumenta a € 2.519,15 quale risultato della rivalutazione dello 0,8% fino a € 2.393,60 e dello 0,72% sui rimanenti € 106,40. E così via. Il ridotto adeguamento delle pensioni rispetto all’inflazione e la conseguente, ulteriore diminuzione del potere di acquisto sta già influendo negativamente sull’andamento dei consumi. La perdita di potere d’acquisto aumenta con l’aumentare dell’importo della pensione. Ad esempio, i trattamenti pensionistici oltre le 10 volte il minimo (€ 603,40) hanno perso circa 9 punti percentuali tra il 2012 e il 2022. Inoltre, tenendo conto della svalutazione del triennio 2023-2025, ancora più marcata per effetto della crescita dell’inflazione e dei meccanismi di perequazione introdotti dall’attuale Governo, la perdita di capacità d’acquisto è al 12% e, sommata alle precedenti, risulta superiore al 21% nell’arco di 14 anni. In questi anni, dunque, i Governi, pur penalizzando maggiormente, in nome dell’equità, i titolari di trattamenti pensionistici più elevati, hanno fatto cassa a spese dei pensionati. Questa operazione è semplice, dà risultati sicuri e immediati. Basti pensare che, in Italia, nel 2024, pur limitandoci al solo Inps, i percettori di trattamenti pensionistici sono stati 16,3 milioni, con una spesa per lo Stato di circa 347 miliardi di euro. I pensionati, però, non sono solo numeri: sono volti, sono storie, sono vite, alcune provate dalla guerra, molte segnate dalla povertà del dopoguerra, altre dalla fatica per la ricostruzione, anche morale e civile, di questo Paese; meritano le risorse per trascorrere dignitosamente la vecchiaia.

raviolocesare [at] gmail.com

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