Milan, c’est l’amour

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di Maria Pia e Gianni Mussini

Domenica sera Maria Pia (juventina di famiglia ma in realtà totalmente agnostica) ha accompagnato Gianni tutto bardato di rossonero a festeggiare lo scudetto per le vie della città.

“E allora sarà ancora bello quando ti innamori, quando vince il Milan”, cantava Enzo Jannacci in Se me lo dicevi prima. Musica, è il caso di dirlo, per le orecchie di Gianni, milanista da quando – bambino – fece in tempo a vedere qualche lampo di Nordhal e Schiaffino, prima delle successive illuminazioni di Altafini e Rivera, sino ai trionfi stellari di Gullit, Van Basten, Baresi, Maldini, seguiti dall’epopea ancelottiana di Shevchenko e Kakà e ora dallo scudetto di Ibra, Leao, Tonali, Giroud (ma soprattutto di Pioli).

Il Milan per Gianni è la colonna sonora di una vita, come per molti italiani le rispettive squadre del cuore. Una colonna sonora in cui si fondono in sinestesia il rossonero sul verde del prato e, sensazione indelebile, il blu scuro di una notte del 1963 quando, dodicenne, venne portato per la prima volta a San Siro: appena entrato nel gran catino, le luci dell’impianto gli apparvero un prodigio, mentre i guizzi felini di Pelè davano ragione del suo soprannome di “pantera nera”. Per la cronaca, 4-2 il risultato finale tra Milan e Santos nella partita di andata della Coppa del Mondo per club, poi ribaltato, complice una direzione di gara discutibile (l’arbitro venne radiato), in terra brasiliana.

Del resto le squadre di calcio hanno un’anima. Quella del Milan è portata ai massimi trionfi e alle catastrofiche cadute. Come l’eroe omerico che – dice il poeta – approda a Itaca “bello di fama e di sventura”.

Maria Pia, come detto, è completamente lontana da tutto ciò, tanto che il suo candore calcistico qualche volta fa irritare il marito. Succede per esempio che, a pochi minuti dalla fine di una partita, ignara di ogni scaramanzia intervenga per dire: «Ma ormai avete vinto…»

Una volta Gianni, all’estero, si vede arrivare un messaggio: “Contento per il Milan?”. In realtà la moglie zelante aveva visto il risultato del solo primo tempo. Naturalmente poi quel Catania-Milan finì 1-1 e costò lo scudetto ai rossoneri…

Non parliamo poi di quando, ancora fidanzati, Gianni partì da Vigevano in corriera per Pavia, col Milan primo in classifica, arrivando a Pavia tra ali di bandiere juventine (era l’anno della “fatal Verona”). Peggio ancora quando informò telefonicamente la sua Popa dello scudetto bianconero: «Ah sì? Che bello!», fu la risposta candidamente agghiacciante.

Per dire che accompagnare il marito a sbandierare, domenica sera, è stato un risarcimento e, in ultima analisi, un magnifico dono coniugale.

Ecco la verità profonda delle parole di Jannacci, però con una variante: “E allora sarà ancora bello quando ti innamori”. E se vince il Milan, meglio…

cantiamolavita@katamail.com

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