Logistiche: il ruolo dei Comuni

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Il presidente della Provincia: «Non decidiamo noi»

PAVIA – Hanno contribuito a modificare lo skyline di tante pianure nelle periferie di città e paesi.

Anche in Oltrepò. Stiamo parlando delle logistiche con i loro grandi capannoni.

È un tema che fa discutere, che segna una linea di confine tra chi è pro e chi è contro. I primi sostengono che si tratta di un volano per l’occupazione e una boccata d’ossigeno per le asfittiche casse dei Comuni in cui sorgono; i secondi ribattono che la qualità del lavoro è pressoché nulla con poche garanzie e poca sicurezza e che dalla cementificazione di quelle aree non verrà niente di buono.

La verità è che nel momento in cui si paventa l’ipotesi che in un paese o in una città possa insediarsi una logistica, subito si generano discussioni e dibattiti.

Per rimanere alla stretta attualità, a Casatisma diverse associazioni si sono riunite in un comitato che si oppone alla realizzazione di una maxi logistica nel comune, tra il casello dell’A21 di Casteggio e Robecco Pavese. Fanno notizia anche i 4 milioni di euro di crediti non riscossi dal Comune di Bressana da due grandi logistiche nel frattempo fallite.

Nei giorni scorsi il presidente della Provincia di Pavia è intervenuto per chiarire alcuni aspetti riguardanti il ruolo che l’ente provinciale gioca nell’iter che porta alla realizzazione degli insediamenti, in particolare in riferimento ad alcune dichiarazioni che «ripropongono la responsabilità della Provincia e il mancato adeguamento del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) come causa del consumo irresponsabile di suolo».

Vittorio Poma chiarisce che «il PTCP è un atto di indirizzo della programmazione socio-economica della Provincia e, con alcuni vincoli normativi, ha efficacia paesaggistico-ambientale», mentre «ha efficacia prescrittiva e prevalente sui Piani di Governo del Territorio approvati dai Comuni in materia di tutela dei beni ambientale e paesaggistici, di localizzazione delle infrastrutture della mobilità (strade e ponti), nell’individuazione degli ambiti destinati ad attività agricole di interesse strategico e delle aree soggette a tutela classificate a rischio idrogeologico e sismico».

Le logistiche non rientrano nel campo delle norme cogenti che la Provincia può assumere.

Un ruolo, invece, determinante lo giocano i Comuni.

«Occorre che i Comuni – chiarisce il presidente Poma – collaborino attivamente. Alla fine del 2019, grazie alla nuova legge regionale per la rigenerazione urbana e territoriale, è stata introdotta una modifica innovativa sulla destinazione d’uso logistica come attività a sé stante, che i Comuni devono specificatamente inserire nel loro PGT».

Quindi, continua ancora Poma, «le aree da destinare ad attività logistiche vanno localizzate prioritariamente negli ambiti di rigenerazione urbana e territoriale, a condizione che i Comuni le individuino», da cui deriva un’evidenzia chiara: «Se un Comune non vuole sul proprio territorio un insediamento logistico basta che decida di escluderlo dagli strumenti urbanistici».

«Servono – conclude il presidente – indirizzi condivisi con i Comuni, la loro piena adesione a criteri condivisi di regolamentazione».

Da parte sua, la Provincia di Pavia ha provveduto ad aggiornare il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale inserendo regole nuove per favorire, di concerto con i Comuni interessati, la riconversione e il recupero delle aree produttive esistenti.

Si tratta «di un significativo passo in avanti verso un maggior rispetto per l’ambiente e un più consapevole utilizzo del territorio».

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