«L’arte sconfigge le paure»
La rivelazione. Irene Santos ha 23 anni, abita a Mornico Losana, ed è una giovane scultrice. Ha donato la sua prima opera al Comune del suo paese natale
Mornico Losana, adagiato sulle colline dell’Oltrepò pavese, dopo essere stato sotto la luce dei riflettori perché scelto come meta ideale per le vacanze degli Olandesi, potrebbe un giorno diventare famoso per aver dato i natali a Irene Santos, una promessa del mondo dell’arte. Lei ha 23 anni ed è una bellissima ragazza, che unisce le radici oltrepadane materne a quelle brasiliane paterne e che, fin da piccola, ha dimostrato brillanti doti creative. Dopo le scuole medie, ha deciso di seguire la sua passione per il disegno e ha frequentato il liceo artistico a Pavia. Nel momento di scegliere il percorso universitario, Irene, affidandosi anche ai consigli di Laura Perinetti, presidente dell’associazione culturale “Mornico Lo Sa”, che ha saputo cogliere il suo talento in erba, si è iscritta all’Accademia di Belle Arti di Firenze per proseguire il percorso formativo. Il 15 settembre ha conseguito la laurea triennale, specializzandosi nella scultura. «In questi tre anni – racconta l’artista – in Accademia ho potuto conoscere vari tipi di arte e ho iniziato dalla pittura. Ad affascinarmi in modo particolare, però, è stata la scultura, una forma artistica che è caratterizzata dalla dimensione tridimensionale, ricca di sfaccettature più complesse e interessanti. Essa richiede di dare forma a un materiale e per farlo occorrono idee molto chiare prima di iniziare. Il processo di realizzazione è complesso e scandito da varie fasi che sono l’individuazione e l’analisi del tema scelto, la realizzazione delle bozze grafiche e di un primo bozzetto in scala ridotta per verificare se l’opera funziona e, infine, l’atto di scolpire il materiale scelto». Durante i tre anni in Accademia, Irene ha potuto utilizzare i materiali principali che sono marmo, creta e gesso, ma anche provato a lavorare con il ferro, realizzando un corvo fatto da un intreccio di fili. La creta è il materiale che ha dato più soddisfazioni all’artista mornichese perché è molto versatile e malleabile e consente di “correggere” eventuali errori, a differenza del marmo. Al termine del suo percorso accademico, come tesi di laurea, a Irene è stato assegnato un “progetto personale”, per permetterle di esprimersi liberamente su un tema e realizzarlo nel modo e con la materia prima che desiderava. Il risultato è un’opera che rappresenta le insicurezze di un ventenne che si affaccia alla vita adulta. La scultura raffigura una donna che sorregge un gatto, con dei topi ai suoi piedi. «La donna rappresenta la parte più adulta e sicura che, pur avendo dubbi, decide di andare avanti passo per passo. Il gatto simboleggia la parte più infantile, insicura e piccola, che si stringe alla donna, mentre i topi sono i dubbi infestanti e numerosi che spaventano il gatto e lo spingono alla fuga e a cercare rifugio tra le braccia della figura femminile che è la parte più autentica e vera. In questo lavoro c’è anche un elemento autobiografico: ci sono le mie paure e le mie incertezze che sono vinte dalla mia passione per l’arte e dal desiderio di proseguire nel cammino». L’arte per Irene è un vero e proprio viaggio interiore, attraverso il quale ha imparato a conoscersi e a crescere, formando il suo carattere. Ora è decisa e determinata a proseguire la sua avventura e a frequentare il biennio di specializzazione che potrebbe portarla verso nuove mete come Torino, Bologna o Milano, dove si possono sperimentare nuovi linguaggi espressivi. Nel suo futuro si aprono varie prospettive, anche se la scultura rimane il suo grande amore. «Per iniziare un’attività in proprio – evidenzia Irene –sono necessari tanti fondi sia per l’acquisto di materiali, sia per lo spazio e gli strumenti e affermarsi come scultrice è molto complicato. È necessario crearsi un proprio mercato e trovare dei clienti. Io sono contenta perché già mi hanno commissionato alcuni lavori sui quali mi cimenterò nei prossimi mesi». L’unico rammarico della mornichese è il fatto che in Italia, il Paese per eccellenza culla dell’arte, l’attenzione e i fondi destinati al settore artistico sono limitati. La sua speranza è che possa esserci un maggiore sostegno per i giovani artisti, perché un investimento in questo senso, a suo avviso, «garantirebbe un grosso guadagno alla società. Un popolo senza cultura, infatti, è un popolo incompleto, e l’arte è un elemento culturale importante e unico». La scultura, intanto, ha trovato casa nella Sala consiliare di Mornico, dove può essere ammirata e dove è stata ufficialmente accolta sabato 15 novembre con una cerimonia pubblica voluta dal sindaco Ilaria Rosati, alla presenza di tanti mornichesi, che considerano Irene un vero e proprio “dono” per il paese, pronta a intraprendere una brillante carriera.
Daniela Catalano

