La Messa per il 50° del rifugio “Orsi”

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Il 13 luglio il vescovo ha visitato la struttura gestita dagli “Amici del Monte Ebro” a 1397 metri di altezza nel Comune di Fabbrica

FABBRICA CURONE – Sono passati 50 anni da quando Ezio Orsi, uno dei soci del CAI di Tortona, grande appassionato delle montagne dell’Appennino, si fece promotore della costruzione del rifugio che oggi porta il suo nome. L’edificio, che fu completamente rifatto nel 2004, si trova a 1.397 metri di altezza, sul versante nord del monte Ebro, in un’ampia radura circondata da splendidi boschi di faggio, raggiungibile a piedi dalla colonia provinciale di Caldirola o da Salogni. Per festeggiare l’importante ricorrenza del 50° di fondazione, domenica 13 luglio i volontari dell’associazione “Amici del Monte Ebro”, proprietaria del rifugio, con il presidente Giorgio Cremaschi, uno dei fondatori, hanno preparato tutto con cura e amore, pronti ad accogliere ami- ci, camminatori e gitanti della domenica. Purtroppo, il tempo non è stato clemente ma la pioggia non ha fermato gli escursionisti e gli affezionati che sono saliti per vivere un momento speciale di amicizia e gioia. La giornata è iniziata con la S. Messa celebrata per l’occasione dal vescovo Mons. Guido Marini, che è stato invitato per la prima volta al rifugio. Con lui hanno concelebrato don Claudio Baldi, parroco della Cattedrale di Tortona e don Flavio Peloso, sacerdote orionino direttore del “Paterno” di Tortona. Nell’omelia Mons. Marini, prendendo spunto dalle letture della XV Domenica del tempo ordinario ha evidenziato tre concetti chiave offerti dalla liturgia. Il primo ispirato dal passo del Vangelo che proponeva la parabola del buon sa- maritano. Nella discesa dell’uomo da Gerico, come ha spiegato il vescovo, non c’è solo la discesa fisica ma è simboleggiata anche quella spirituale e morale. «L’uomo che scende – ha detto – è simbolo di tutta l’umanità e di ciascuno di noi che si perde nel peccato e nella morte». Il samaritano che si avvicina e che prende con sé l’uomo malmenato dai briganti è il segno del Signore che viene per salvarci. E tutti siamo nella necessità di accogliere nella nostra vita il Salvatore che ci strappa alla morte. Il secondo aspetto sottolineato da Mons. Marini è stato ispirato dal ritornello del salmo che diceva: “I precetti del Signore danno gioia al cuore, fanno gioire il cuore”. Anche in montagna, ha spiegato, vengono date delle indicazioni che non vogliono impedire la libertà, ma fare in modo che la libertà venga vissuta bene e porti alla meta desiderata. Allo stesso modo, ha affermato il vescovo, i precetti del Signore, cioè la sua volontà, la sua parola, non sono qualcosa che impedisce l’esperienza della gioia, della libertà, della verità, della pienezza vera, ma sono come un cartello che indica come custodire la bellezza autentica e vera. Infine, il terzo aspetto di cui ha parlato il Pastore diocesano è stato tratto dalle parole della lettera di San Paolo, dove afferma che tutto è stato fatto per mezzo del Signore. Queste invitano non solo a contemplare la bellezza del creato ma anche ad ascoltare la parola di Dio che risuona attraverso di esso. Tutti e tre i concetti presentati da Mons. Marini sono stati incentrati sull’amore grande che Dio nutre e manifesta per la vita di ogni creatura. Ciascuno di noi, dunque, non deve fare altro che riconoscere il Signore come l’amore vero della sua vita. Prima della benedizione finale, ha preso la parola il presidente Cremaschi che, con grande commozione, ha salutato e ringraziato il vescovo, i sacerdoti il sindaco di Fabbrica Curone, Roberto Deantoni, e tutti i volontari che si impegnano durante l’anno per rendere sempre funzionante e operativa la struttura. È stata anche reci- tata la preghiera a Maria per invocare la pace. Al termine, dopo le ore 11, mentre la pioggia scendeva copiosa dal cielo, sfidando le intemperie e stringendosi per ripararsi dall’acqua, tutti i presenti hanno potuto assaporare il piacere del concerto “Sinfonia nel bosco”, giunto alla quarta edizione e diretto dal maestro Andrea Albertini. Con lui la violinista Livia Hagiu e le magnifiche voci soliste di Max Di Lullo e Angelica De Paoli. I 4 hanno eseguito bellissimi brani molto noti al pubblico e hanno anche offerto una chicca canora in anteprima. Tanti gli applausi per la notevole bravura. Il pranzo preparato dai volontari ha concluso la mattinata che ha visto la presenza anche del- la Croce Rossa per la misurazione della pressione arteriosa. Nel primo pomeriggio il sole è tornato a far capolino tra le nubi e a illuminare il rifugio che in estate è sempre pronto ad accogliere quanti vogliono ammirare le vette della zona.

Daniela Catalano

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