La Diocesi accoglie un’altra famiglia di profughi

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Grazie ai “Corridoi Umanitari” promossi dalla CEI

con Caritas Italiana e Comunità di Sant’Egidio

TORTONA – Giovedì 31 gennaio è atterrato a Roma Fiumicino l’aereo con i profughi provenienti dai campi dell’Etiopia. Famiglie di profughi del contingente del “Corridoio Umanitario” promosso dalla Conferenza Episcopale Italiana insieme a Caritas Italiana e alla Comunità di Sant’Egidio.

Di fronte alla drammatica situazione che spinge migliaia di persone a cercare “salvezza” attraversando prima il deserto e poi il Mar Mediterraneo in condizioni di grave rischio per sé e le proprie famiglie, la Chiesa italiana ha fortemente voluto i “Corridoi”. Un segnale alternativo per dare inizio a una stagione nuova di soluzioni concrete: passare dal recuperare vite umane nei mari all’accoglienza diretta in famiglie e comunità locali.

Anche la nostra Diocesi, grazie alla determinata volontà del vescovo Vittorio e dell’ufficio pastorale di Caritas Diocesana, dopo aver accolto lo scorso anno, due famiglie presso l’antica parrocchia di Mondondone, si è nuovamente offerta per accogliere un’altra famiglia composta dalla mamma Tiegesti e i suoi tre figli presso il nostro seminario. La famiglia, appena giunta a Tortona, raccontano gli operatori e mediatori Caritas che hanno ascoltato direttamente le loro storie di vita, si è sentita già accolta, anche durante il viaggio da Fiumicino a Tortona. L’obiettivo del progetto di accoglienza, che durerà 365 giorni, è quello di favorire l’integrazione della famiglia nel territorio locale e nella comunità, attraverso l’orientamento e l’accompagnamento nell’inserimento sociale, abitativo e lavorativo.

La Conferenza Episcopale Italiana ha promosso l’apertura di un nuovo “Corridoio Umanitario” tra l’Etiopia e l’Italia che permetterà l’arrivo, nei prossimi mesi, di 500 profughi eritrei, somali e sudsudanesi, fuggiti dai loro Paesi per i conflitti in corso e bloccati nei campi profughi del Paese. A siglare il “protocollo tecnico” tre soggetti: la Conferenza Episcopale Italiana (che agirà attraverso la Caritas Italiana e la Fondazione Migrantes), la Comunità di Sant’Egidio e il Governo Italiano. Questo Protocollo consentirà l’ingresso legale e sicuro a donne, uomini e bambini che vivono da anni nei campi profughi etiopici in condizioni di grande precarietà. Nell’ambito del protocollo la Chiesa Italiana si impegna nella realizzazione del progetto di accoglienza facendosene interamente carico senza quindi alcun onere per lo Stato italiano. Con il coordinamento della Caritas Italiana e attraverso le Caritas diocesane, si cercherà di fornire l’adeguato processo di integrazione ed inclusione sociale di queste persone.

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