La cura per la nostra casa comune è un atto di fede, speranza e carità

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La Messa per la custodia della creazione. Presentato il nuovo formulario approvato da Leone XIV e inserito tra le Messe “per le necessità civili”

Mons. Viola, Segretario del Dicastero per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti e arcivescovo emerito di Tortona: «Il testo è un antidoto contro una certa lettura della Laudato si’ che rischia di ridurre la profondità del suo contenuto a un’ecologia superficiale o apparente»

DI MARCO REZZANI

È stato Papa Leone XIV, ieri, mercoledì 9 luglio, a presiedere la prima Messa per la custodia della creazione. Lo ha fatto a Castel Gandolfo, in forma privata e con il personale, dove da domenica 6 luglio si trova per un periodo di riposo, precisamente nel Borgo “Laudato sì”, voluto da Francesco fra i giardini e i terrazzamenti delle ville pontificie. Il nuovo formulario della Missa “pro custodia creationis”, che va ad aggiungersi alle Missae “pro variis necessitatibus vel ad diversa” del Messale Romano, è stato presentato lo scorso 3 luglio nel corso della conferenza stampa in Vaticano alla quale hanno partecipato il cardinale Michael Czerny, Prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale e Mons. Vittorio Francesco Viola, Segretario del Dicastero per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti e arcivescovo emerito di Tortona. “Il Sommo Pontefice Leone XIV – si legge nel Decreto del Dicastero datato 8 giugno 2025, solennità di Pentecoste – ha approvato e dato ordine di divulgare questo formulario insieme con le adeguate letture bibliche”. Il Messale Romano contiene 49 Messe e Orazioni per diverse necessità e occasioni: 20 riguardano la Chiesa, 17 le necessità civili, e 12 sono per varie circostanze. Tra i formulari “per le necessità civili”, viene introdotta la “Messa per la custodia della creazione” (Missa pro custodia creationis), per rispondere alle istanze suggerite dalla Laudato si’ giunte da tutto il mondo. «Negli ultimi decenni – ha spiegato Czerny – la Chiesa ha costantemente affermato la “reciproca responsabilità tra essere umano e natura”. Trentacinque anni fa, Papa San Giovanni Paolo II pubblicava il suo rivoluzionario Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace del 1990, Pace con Dio Creatore, pace con tutto il creato, mentre dieci anni fa Papa Francesco pubblicava la sua enciclica ancor più rivoluzionaria dal titolo Laudato si’ sulla cura della casa comune». Secondo le norme liturgiche, questo formulario potrà essere usato per chiedere a Dio la capacità di custodire la creazione. «Quello del creato – ha chiarito il porporato – non è un tema che si va ad aggiungere, ma è sempre presente nella liturgia cattolica. Quando si celebra l’Eucaristia, infatti, “tutto il cosmo rende grazie a Dio … L’Eucaristia unisce il cielo e la terra, abbraccia e penetra tutto il creato” (Laudato si’, 236). Durante ogni Messa, benediciamo Dio per il pane e il vino che abbiamo ricevuto e che offriamo: “frutto della terra… frutto della vite… e del lavoro dell’uomo”. In ogni domenica e solennità, iniziamo a proclamare la nostra fede: “Credo in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra”. Il dono divino della vita è, fin dall’inizio, completato o compiuto dalla vita, dalla passione, dalla morte e risurrezione di Cristo». «Con questa Messa, la Chiesa offre un sostegno liturgico, spirituale e comunitario per la cura che tutti dobbiamo prestare nei confronti della natura, la nostra casa comune. Tale servizio è davvero un grande atto di fede, speranza e carità. Questa Messa è motivo di gioia. – ha concluso Czerny – Rinnova la nostra gratitudine, rafforza la nostra fede e ci invita a rispondere con cura e amore, in un sentimento sempre crescente di meraviglia, rispetto e responsabilità. Ci chiama ad essere fedeli amministratori di ciò che Dio ci ha affidato nelle nostre scelte quotidiane e nelle politiche pubbliche, così come nella preghiera, nel culto e nel modo con cui viviamo nel mondo». «La Missa pro custodia creationis – ha detto l’arcivescovo Vittorio Viola – recepisce alcune delle principali istanze contenute nella Laudato si’ e le esprime in forma di preghiera nel quadro teologico che l’enciclica rilancia. I testi eucologici che compongono questo formulario sono un buon antidoto contro una certa lettura della Laudato si’ che rischia di ridurre la profondità del suo contenuto a un’ecologia superficiale o apparente, ben lontana da quella ecologia integrale ampiamente descritta e motivata nel testo. Anche grazie al magistero di Papa Francesco siamo più consapevoli di trovarci in una situazione di grave crisi che l’esortazione apostolica Laudate Deum descrive con estrema chiarezza, ribadendo quanto già detto nella Laudato si’». Chiaro il richiamo del nostro arcivescovo emerito quando invita alla responsabilità: «Noi non siamo Dio. La terra ci precede e ci è stata data. Oggi dobbiamo rifiutare con forza che dal fatto di essere creati a immagine di Dio e dal mandato di soggiogare la terra si possa dedurre un dominio assoluto sulle altre creature». Custodire, infatti, «vuol dire proteggere, curare, preservare, conservare, vigilare. Ciò implica una relazione di reciprocità responsabile tra essere umano e natura. Ogni comunità può prendere dalla bontà della terra ciò di cui ha bisogno per la propria sopravvivenza, ma ha anche il dovere di tutelarla e garantire la continuità della sua fertilità per le generazioni future». Quanto alla Messa, per l’orazione di colletta, si invocherà il Signore affinché “custodiamo con amore l’opera delle Tue mani”; mentre dopo la comunione si pregherà perché “nell’attesa di cieli nuovi e di una terra nuova, impariamo a vivere in armonia con tutte le creature”. Riguardo alle letture bibliche della celebrazione, dal Vecchio Testamento si suggerisce il passo del Libro della Sapienza (13,1-9), in cui gli uomini che non riconoscono Dio nelle sue opere sono ritenuti “vani”; per il Salmo si rimanda al numero 18, “I cieli narrano la gloria di Dio”, e il numero 103, “Gioisca il Signore per tutte le sue creature”; mentre dal Nuovo Testamento si indica un passo della Lettera di san Paolo apostolo ai Colossesi (1, 15-20), nel quale si dice: “Cristo Gesù è immagine del Dio invisibile, primogenito di tutta la creazione, perché in lui furono create tutte le cose nei cieli e sulla terra, quelle visibili e quelle invisibili”. Due, infine, i passi dell’evangelista Matteo a cui fare riferimento: nel primo (6, 24-34), Gesù invita a guardare agli uccelli del cielo, che “non seminano, né mietono, né ammassano nei granai”, ma sono nutriti dal “Padre celeste”, e ad osservare i “gigli del campo” che “non lavorano e non filano”, ma sono vestiti di gloria, più dei re. Il secondo passo evangelico (8,23-27), invece, è quello in cui il Figlio di Dio “minacciò i venti e il mare e si fece una grande bonaccia”.

(Foto: Siciliani-Gennari/SIR)

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